BARONISSIIl Piano di Zona S2 spende da 80 a 180 euro al giorno per ogni bambino che viene allontanato dalla famiglia, su disposizione del Tribunale dei Minori, ed inserito nelle strutture residenziali accreditate. Un milione e 210mila euro è, invece, l’ammontare complessivo delle spese di permanenza sostenute dalla filiera Stato-Regione-Comuni nell’anno 2011. Costi elevatissimi, «come alberghi a cinque stelle», non più sostenibili che rischiano, adesso, di mandare al collasso i 17 Comuni che costituiscono il Piano socio-sanitario.

Vi è di più: alle difficoltà di sostenere le spese di permanenza dei minori nelle strutture accreditate, si è aggiunto il deficit di bilancio da un milione e 177mila euro, legato alle quote non versate dei Comuni morosi del Piano. In una parola: soldi. Quelli che mancano all’appello, oggi, e quelli che potrebbero molto presto venire a mancare in un futuro molto ravvicinato.

 

MINORI “TRIBUNALIZZATI”.

Quello dei minori “tribunalizzati” è un nervo scoperto che Giovanni Moscatiello, sindaco di Baronissi e presidente del Coordinamento del Piano di Zona S2, ha sollevato stamane nel corso della conferenza stampa tenutasi a Palazzo di Città. Vi è di più.

«Parliamo di minori, di vite umane e, quindi, il problema ha una duplice veste – ha sottolineato – dal punto di vista sociale lancio un appello al Tribunale dei Minori di Salerno ed alle istituzioni competenti affinchè si prediligano percorsi educativi legati all’affido familiare o alla permanenza nella famiglia d’origine con il sostegno di educazione domiciliare a cura di sociologi e psicologi anziché l’assegnazione dei minori allontanati ai centri specializzati; dal punto di vista squisitamente economico (che purtroppo non può essere disgiunto dal primo), i costi per provvedere alla permanenza dei bambini nelle strutture accreditate sono ormai insostenibili per i Comuni, anche quelli virtuosi con bilanci in attivo, e quindi, alla luce delle cifre raggiunte nel 2011, ora occorre rivedere il piano altrimenti non saremo più in grado di pagare le strutture. Ormai – ha concluso Moscatiello – con i tagli da parte del governo centrale e della Regione, sono i Comuni che sono costretti ad accollarsi, quasi per intero, i costi di permanenza dei minori presso i centri».

Altri dati. Nel 2011 sono stati 55 i minori affidati a 44 famiglie residenti nei 17 Comuni del Piano di Zona (Acerno, Baronissi, Bellizzi, Bracigliano, Calvanico, Castiglione De Genovesi, Fisciano, Giffoni Sei Casali, Giffoni Valle Piana, Mercato S.Severino, Montecorvino Pugliano, Montecorvino Rovella, Olevano sul Tusciano, Pontecagnano Faiano, San Cipriano Picentino, San Mango Piemonte e Siano). Sono stati, invece, 70 i minori che, pur rimanendo nella famiglia naturale, hanno seguito, insieme ai genitori, percorsi educativi domiciliari curati da sociologi e psicologi del Piano di Zona.

«Le famiglie percepiscono un sussidio da parte del Piano – spiegato Moscatiello – che è di gran lunga inferiore alle rette giornaliere delle strutture. Noi a Baronissi abbiamo svolto anche attività di formazione nelle famiglie: adesso occorre farlo in maniera più forte per estendere la rete delle famiglie che si rendono disponibili ad accogliere in casa i minori».

COMUNI MOROSI DEL PIANO.

«Non voglio fare come si faceva a scuola sulla lavagna la lista dei buoni e dei cattivi – ha ribadito Moscatiello – ma la situazione debitoria di 15 Comuni su 17 (gli unici che hanno versato le loro quote sono Baronissi e Pontecagnano) è insostenibile. Il rischio, nel caso dovesse protrarsi ancora la posizione debitoria dei Comuni, è quello che non mi auguro, ovvero la sospensione dei servizi (telesoccorso per le persone anziane, assistenza specialistica nelle scuole per gli alunni con disabilità, trasporto sociale presso i centri di riabilitazione) perché a quel punto non saremmo in grado di pagare gli operatori. E’ un circolo vizioso al quale intendo sfuggire e, per questo lancio un nuovo appello ai colleghi sindaci».

 

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