Il rischio che ieri a Roma ci scappasse il morto ”era concreto”. E’ stato evitato ”grazie alle forze dell’ordine”, ma ora ”voglio che gli autori di queste violenze, veri e propri criminali, paghino in modo esemplare”. Dopo la guerriglia nella Capitale, il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, si stringe attorno ai suoi uomini,

dopo le critiche alla gestione dell’ordine pubblico e le polemiche per i tagli al comparto sicurezza. Intanto, il capo della polizia, Antonio Manganelli, lavora ad una nuova strategia per neutralizzare i violenti nelle manifestazioni. Ne parlera’ martedi’ lo stesso Maroni in un’informativa al Senato dove ”illustrero’ le iniziative che intendo assumere per evitare che quanto accaduto ieri possa tornare a ripetersi in futuro”. Il ministro ha definito gli scontri ”un fatto di inaudita gravita’ che va condannato da tutti senza esitazioni” e ”solo grazie ad una gestione equilibrata dell’ordine pubblico” si e’ evitato il peggio.

Maroni ha anche chiesto ”che vengano visionate attentamente le immagini” in modo da punire gli autori delle violenze. Qualcosa va pero’ cambiato nella gestione delle grandi manifestazioni che ieri, cosi’ come il 14 dicembre, sono finite ostaggi di gruppi che il titolare del Viminale ha spesso definito di ”professionisti della violenza”. Nuclei che si muovono con tecniche paramilitari cui va quindi impedito di trovare riparo nella folla del corteo. Dalle forze di polizia emerge pero’ forte il malcontento.

I sindacati scenderanno in piazza dopodomani per protestare, spiega Nicola Tanzi, segretario generale del Sap, ”contro il Governo che, appena due giorni fa, col ddl stabilita’, ha tagliato altri 60 milioni di euro alla sicurezza, proprio sui capitoli di bilancio dedicati all’ordine pubblico e alle missioni”. Claudio Giardullo, segretario del Silp-Cgil, nota che ”e’ la seconda volta, la prima e’ quella del G8 di Genova, che un governo guidato da Berlusconi, di fronte ad una manifestazione dove si sa che saranno presenti anche i violenti del blocco nero, sceglie di blindare la ‘zona rossa’ e lasciare citta’, poliziotti e manifestanti pacifici agli scontri”. A fianco delle rivendicazioni dei sindacati si schierano i sottosegretari di Interno e Difesa, Alfredo Mantovano e Guido Crosetto. ”Per raggiungere l’importante obiettivo del pareggio di bilancio – osservano – il sistema sicurezza non puo’ essere messo sullo stesso piano di altri settori dello Stato: ha esigenze che in questo momento non possono essere compresse, come conferma drammaticamente la giornata di ieri a Roma. Per questo chiediamo al presidente del Consiglio e al ministro dell’Economia di rivedere l’insieme dei tagli alla sicurezza disposti in tutto il 2011”. Da parte sua, il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha annunciato la decisione di ”assegnare al comparto Difesa e Sicurezza oltre il 50% del fondo di 800 milioni destinato a tutti i ministeri. Quindi – ha continuato – siamo soddisfatti di questa attenzione che Š stata mostrata che per la Difesa comporta 200 milioni di tagli in meno e 200 milioni in meno per l’Interno, nei quali sono compresi i Carabinieri, che sono pure loro militari”.

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui