Si e’ costituito intorno alla mezzanotte di ieri presso il carcere Regina Coeli di Roma Davide Di Michele, arrestato per l’omicidio del fidanzato della sorella, Marco Salera, ucciso sabato scorso a Ostia sul pianerottolo dell’appartamento dove vive la ragazza. “Mi cercano i carabinieri. Ditegli che sono qui”.

Queste le uniche parole pronunciate dal fratello della fidanzata di Marco Salera, al momento dell’ingresso nella casa ciorcondariale. Il ragazzo, infatti, gravemente indiziato del delitto di Salera, dopo essere stato fermato dai carabinieri del nucleo investigativo di Ostia con l’ipotesi di omicidio volontario, questa mattina e’ stato interrogato dal Gip di fronte al quale si e’ avvalso della facolta’ di non rispondere. Il 24enne, pregiudicato per rapina, rimane l’unico indiziato del delitto anche perche’ il solo irreperibile al momento dell’avvio delle indagini. “Al di la’ dei cattivi rapporti che intercorrevano tra Di Michele e Salera, il maggiore indicatore del presunto coinvolgimento del giovane sta nel fatto che dopo il ritrovamento del corpo, tutti i prossimi congiunti della vittima e della sua fidanzata si sono resi disponibili. Solo lui aveva il cellulare staccato e non si trovava a casa dove era era stato lasciato dal padre”. Lo dichiara il Capitano Antonio di Florio, del nucleo investigativo del Gruppo di Ostia, al termine della conferenza stampa tenutasi alle 15 di questo pomeriggio presso il comando provinciale dei carabinieri di Roma. “Pensiamo che Di Michele abbia fatto passare un paio di giorni e poi si sia costituito spontaneamente a Roma – aggiunge di Florio – non solo perche’ consapevole del fatto che lo avremmo trovato ma anche perche’ timoroso delle ritorsioni dei residenti di Ostia”.

 

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