Un’imboscata, una spedizione punitiva per zittire chi, con le sue prese di posizione, continuava a criticare Casapound. Il limite era stato sorpassato, c’era bisogno di quello che l’autore del gesto ha definito uno “schiaffone futurista”. Così la notte scorsa Gianluca Iannone, leader e presidente del movimento di estrema destra, ha chiesto un appuntamento a Filippo Rossi, direttore di ‘Il Futurista’, giornale online vicino a Fli. Una volta l’uno di fronte all’altro, nella segreteria di ‘Caffeina’, l’evento culturale viterbese di cui Rossi è direttore artistico, è scattata l’aggressione, dapprima con un pugno sul viso e poi – una volta a terra – con sputi e calci. Un’episodio che suona come una sorta di regolamento di conti interno alla militanza di destra.

A dare man forte a Iannone, la scorsa notte, c’erano anche altri militanti di Casapound, tutti vestiti di nero con la tartaruga simbolo del movimento in bella vista sulle t-shirt, ma solo uno – già identificato dalla Digos – ha anche colpito Rossi. Solidarietà bipartisan è stata espressa da tutti i partiti politici, con i dirigenti di Fli in testa a condannare quanto avvenuto. Ha parlato di “vile aggressione” il presidente della Camera Gianfranco Fini, mentre il vicepresidente del partito, Italo Bocchino, ha scritto: “Tutti con Filippo Rossi contro la violenza”. Vicinanza a Rossi e condanna dell’aggressione è arrivata anche da tutte le istituzioni locali, dal sindaco di Roma Gianni Alemanno al presidente della Provincia Nicola Zingaretti, al presidente della Regione Lazio Renata Polverini. E ancora da esponenti del Pd e di Sel. Messaggi di vicinanza al giornalista sono arrivati anche dal mondo della cultura e dello spettacolo. Su Twitter Roberto Saviano, in passato già ospite della manifestazione ‘Caffeina’, ha definito l’agguato un’ “aggressione fascista, inspiegabile, ottusa e criminale”. Tutto ha inizio verso l’1:30 di notte, durante la chiusura di ‘Caffeina’, nel quartiere medievale di San Pellegrino, a Viterbo. “Ho ricevuto la telefonata da un uomo che si è presentato come Gianluca e ha chiesto di incontrarmi – ricorda Rossi -. Ho pensato che si trattasse di una delle tantissime persone che mi cercano in questi giorni convulsi di Caffeina e gli ho detto dove mi trovavo. A un certo punto mi sono trovato davanti Iannone. Dopo pochi secondi di dialogo ha cominciato a darmi del traditore e mi ha colpito con un pugno all’occhio sinistro”. “E’ stato un gesto premeditato – continua -. Una sorta di spedizione punitiva. Ora sono preoccupato per ciò che potrebbe accadere in futuro”. Le acredini tra Rossi e Iannone affondano le radici nell’agguato di Firenze dello scorso dicembre, quando un “simpatizzante” di Casapound uccise due senegalesi e ne ferì altri quattro in un raid razzista nel centro di Firenze. Un episodio da cui il movimento però prese subito le distanze. “Conoscevo superficialmente Iannone – ricorda il giornalista – ma con lui ho avuto una serie di polemiche sui social network” dopo l’agguato di Firenze. “Il fatto che mi abbia aggredito dopo tanti mesi – conclude – dimostra che è stata un’azione a freddo, quindi più pericolosa”. Non si nasconde il leader di Casapound che ammette di aver dato uno “schiaffone futurista” a Rossi, ma di non aver partecipato ad alcuna “spedizione punitiva”. “Una discussione tra vecchi amici che amici non sono più – puntualizza -, in cui la ricerca di un chiarimento verbale è finita in un gesto di marinettiana memoria. Uno schiaffone può far male, ma un occhio nero passa in fretta. A Rossi voglio dire che altrettanto male possono fare la penna e le parole, ma gli effetti delle ingiurie durano più a lungo”. Sulla vicenda la Procura di Viterbo ha aperto un’inchiesta e la Questura sta procedendo d’ufficio per il reato di lesioni.

 

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