E’ una giornata nera per i mercati dei titoli di Stato europei: il fallimento di un’asta di titoli di Stato tedeschi e i timori per Belgio e Francia rimbalzano sui Btp italiani, con il due anni che paga oltre il 7% e segna uno spread record di 700 punti base.

A poco e’ servita la ”rete di sicurezza” annunciata ieri dal Fondo monetario internazionale con l’evidente scopo di impedire una fuga di investitori dall’Europa: il braccio di ferro fra Bruxelles e Berlino sull’ipotesi degli eurobond ha innescato una fuga dal rischio dei Paesi ‘periferici’, ma anche di alcuni Paesi con rating ‘tripla A’ come la Francia. E la tendenza a rifugiarsi nel porto sicuro offerto dai titoli tedeschi decennali ha fatto scendere il rendimento talmente tanto, sotto il 2%, che i bund non attraggono piu’. E’ quello che e’ successo nell’asta di oggi sui titoli gennaio 2022 in cui Berlino e’ riuscita a collocare solo 3,644 miliardi di euro venduti contro un obiettivo di sei miliardi, costringendo la Bundesbank a tenersi il resto. Un esito ”allarmante” secondo Ewald Nowotny, consigliere direttivo della Bce. Per alcuni analisti e’ il segno che la crisi del debito sta contagiando anche l’economia piu’ forte d’Europa. Ma non tutti la pensano cosi’: ”Senza dubbio e’ un’asta fallita”, come spiega lo strategist di Bnp Paribas Matteo Regesta. Ma il motivo e’ che ”molti non partecipano perche’ il rendimento e’ troppo basso, non perche’ c’e’ un rischio di credito”. L’Agenzia del debito tedesca parla genericamente di un mercato ”nervoso” e conferma le tre aste rimanenti da qui a fine anno. Certo si tratta del segnale crescente di un forte squilibrio sui mercati del debito in Europa, al pari della poca liquidita’ sui titoli italiani (pochi e rarefatti gli scambi, col risultato che basta poco a far schizzare i tassi). Nonostante gli interventi della Bce, oggi tornata a comprare titoli italiani e spagnoli a breve termine per frenare la corsa dei rendimenti, i Btp a due anni hanno sfondato la soglia del 7,20% sugli schermi Bloomberg, su livelli mai visti da quando l’Italia e’ coperta dall’ombrello dell’euro. Il premio di rendimento di 700 punti rispetto allo ‘Schatz’ tedesco rende bene l’idea, mentre anche sulle altre scadenze non va meglio: il Btp a cinque anni rende oltre il 7,15%, il 10 anni il 6,96%. Record per i Bonos spagnoli che pagano il 6,17% sui cinque anni. Va poco meglio sui 10 anni, scesi sotto i 500 punti base di spread (per l’Italia) e i 470 (per la Spagna) dopo la Bce. Ma le avvisaglie di tempesta lambiscono ormai Francia e Belgio, alle prese con nuove incertezze sul costoso salvataggio della banca franco-belga Dexia: i contratti ‘credit-default swap’ che misurano il rischio d’insolvenza percepito dai mercati sono a livelli record per Parigi (a 247) e Bruxelles (a 362). Standard & Poor’s avverte che l’area euro rischia una recessione, che a sua volta potrebbe peggiorare i rating di alcuni Paesi. E Fitch, un’altra agenzia di rating, avverte: la Francia rischia la sua ‘tripla A’ se dovesse peggiorare lo scenario macroeconomico.

 

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