Il dottore Conrad Murray è stato riconosciuto colpevole di omicidio colposo involontario per la morte di Michael Jackson, deceduto il 25 giugno 2009 per un’iniziezione letale del potente anestetico Propofol. La giuria si è espressa all’unanimità contro Murray che rischia ora una condanna fino a 4 anni di carcere.

L’entità della pena sarà stabilita dal tribunale in una nuova udienza fissata per il 29 novembre. Il coroner riscontrò dosi letali di Propofol nell’organismo della popstar. Murray, che inizialmente non fu indagato, riferì allora agli inquirenti di aver sottoposto Jackson a questo trattamento per sei settimane, iniettandogli per endovena 50 grammi quotidiani del farmaco. Per evitare che Michael si assuefacesse alla sostanza, Murray aveva quindi abbassato la dose a 25 grammi, compensando la riduzione con l’aggiunta di altri due sedativi. Durante la prima udienza 1 il 28 settembre di quest’anno a Los Angeles c’era mamma Katherine, le sorelle LaToya e Janet, il padre Joe, il capotribù che trasformò la sua nidiata di figli talentuosi in un inferno di successo. C’era anche Michael, in voce dalle registrazioni dell’iPhone del suo dottore. La voce impastata dalle droghe, come ha detto in aula il procuratore David Walgren prima di mostrare l’immagine mai vista del cadavere di Michael nel letto dell’ospedale.

 

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