Alfonso Cesarano, 59enne titolare dell’omonima impresa di pompe funebri, di Castellammare di Stabia, è stato arrestato dai Carabinieri con le accuse di intestazione fittizia di imprese, illecita concorrenza, violazione di sigilli e tentata violenza privata. I reati, secondo la Procura di Napoli, sarebbero stati commessi durante il monopolio imposto negli anni sul territorio grazie al clima di intimidazione ed omertà imposte dal clan Polverino, e con l’obiettivo di agevolare questa organizzazione criminale. Il 17 Maggio 2019 fu disposto il sequestro delle imprese di pompe funebri della famiglia Cesarano che operano a Marano Napoli, Quarto, Pozzuoli e Calvizzano, con l’accusa di aver instaurato un rapporto privilegiato con il clan Polverino, impedendo di fatto ad altre imprese di operare liberamente. A questo scopo venivano utilizzare fittiziamente imprese apparentemente diverse da quelle del gruppo Cesarano che erano state colpite da provvedimenti di interdizione antimafia con la conseguente decadenza dalle autorizzazioni comunali. Ma, secondo il Gip del Tribunale di Napoli, che ha accolto la richiesta del pm, le misure adottate si sono rivelate insufficienti ad interrompere le attività illecite che, invece, sono continuate sotto la direzione e la regia di Alfonso Cesarano.

 

 

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