
Antonino Santillo ha nominato i membri dell’ufficio per i procedimenti disciplinari nei confronti dei dipendenti comunali. Ne fanno parte il responsabile pro tempore del settore personale, in qualità di presidente, Carlo Mozzillo, responsabile dell’area amministrativa e Marco Valerio Diana, responsabile del comparto lavori pubblici, nella veste di componenti. Nel decreto sindacale non si fa cenno a Carmela Del Prete, Giulio Mozzillo e Salvatore Aletta, ma il provvedimento molto probabilmente si è reso necessario in seguito agli arresti della responsabile del settore Anagrafe e dei due vigili urbani. Lo scorso 12 maggio i tre dipendenti sono finiti ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sui “passaporti facili” legati alle false residenze a cittadini extracomunitari. All’indomani delle misure cautelari la Prefettura di Caserta inviò all’ente locale una serie di prescrizioni da attuare, tra cui la sospensione dello stipendio per i dipendenti coinvolti nelle indagini. In via cautelativa è stato avviato a carico dei tre indagati anche un procedimento disciplinare per aver prodotto un danno all’immagine del comune. Spetterà all’ufficio nominato da Santillo adottare i provvedimenti del caso.

A vario titolo l’accusa è di associazione per delinquere, falso in atto pubblico e corruzione. L’ordinanza di custodia cautelare, una in carcere e sette ai domiciliari, fu decisa dal gip del tribunale di Napoli Nord su richiesta del pubblico ministero Cesare Sirignano. In cella David Passos Trindade, 33 anni, brasiliano, fantomatico imprenditore con contatti a Dubai e Amsterdam per il commercio di pietre preziose, per il quale il gip ha ritenuto necessario il carcere per il reale pericolo di fuga. Oltre a Del Prete, Mozzillo e Aletta, ai domiciliari sono finiti Anna Perrotta, 66 anni, funzionaria dell’anagrafe del comune di Frattaminore, Gaetano Rispoli, 69 anni, tipografo in pensione, ma abilissimo falsario, Enrico D’Ambrosio, 48 anni, che aveva il compito di riprodurre con carta speciale i certificati necessari per l’iter delle pratiche per il passaporto, e Renato Jueno Martins, 37 anni, che si occupava di individuare i condomini dove far risultare, ma solo sulla carta, la residenza di chi chiedeva il passaporto falsificato. Ovviamente tutti gli indagati sono innocenti fino ad eventuale sentenza passata in giudicato.
A svelare il sistema illegale è stata l’indagine degli agenti della polizia metropolitana che hanno sviluppato l’inchiesta che nel maggio dello scorso anno vide l’arresto di funzionari del comune di Villaricca, già condannati, per la concessione di passaporti a cittadini brasiliani. Gigantesco il giro d’affari di soldi, per la quasi totalità in bit coin, incassati nell’affare del passaporto falso, visto che le “pratiche” costavano da 8 mila a 45 mila euro di media. Un imprenditore bielorusso ha sborsato 100mila sterline, circa 110mila euro, per ottenere il passaporto italiano. Viaggi a negli Emirati Arabi, televisori e soldi, tanti soldi, per favorire oligarchi bielorussi, trafficanti egiziani, albanesi e residenti extra europei, che grazie ad una vera e propria organizzazione ottenevano il passaporto italiano.
Mario De Michele