Nove anni di reclusione per Gennaro Russo, il 57enne di Agropoli, allenatore della squadra di calcio femminile Magna Graecia di Eboli, finito in un’aula di tribunale con la pesantissima accusa di abusi sessuali ai danni di ragazzine poco più che quindicenni. La sentenza è arrivata poco prima delle 19 di ieri, dopo una lunga camera di consiglio quando i giudici della terza sezione penale del tribunale di Salerno (presidente Allegro, a latere De Luca e Troisi), accogliendo integralmente la tesi accusatoria rappresentata dal sostituto procuratore Giovanni Paternoster che, al termine della sua requisitoria aveva chiesto 9 anni e 6 mesi di reclusione, hanno emesso il verdetto. L’allenatore, assistito dall’avvocato Costantino Cardiello e già sospeso dalla Procura federale, è stato inoltre condannato all’interdizione dai pubblici uffici, non potrà frequentare i luoghi dove vi sono minorenni e a suo carico è stata dichiarata la decadenza della potestà genitoriale. L’uomo, che è anche dipendente del Ministero di grazia e giustizia perché impiegato come cancelliere del tribunale di Eboli, è stato inoltre condannato ad una provvisionale, immediatamente esecutiva, di 50mila euro nei confronti della ragazza vittima della violenza completa, e di 10mila euro per ciascun genitore. Trentamila euro la somma disposta invece nei confronti dell’altra ragazza vittima di abusi. Le due giovanissime, che trascineranno ora il loro ex allenatore davanti al tribunale civile, sono rappresentate entrambe dall’avvocato Mariano Salvio. Risarcimento dei danni in separata sede per la terza minore, costituita parte civile attraverso l’avvocato Sebastiano Civita. Si è chiusa così, con una durissima sentenza di condanna, una storia raccapricciante che, consumatasi nel periodo compreso tra il 2012 ed il 2013, ha scioccato l’intero mondo sportivo. Violenza sessuale aggravata dalla recidiva era la pesantissima ipotesi di reato contestata a carico dell’allenatore finito in un’aula di tribunale in seguito alla denuncia delle sue giovanissime allieve che, nel corso del dibattimento, hanno confermato integralmente e senza mai contraddirsi l’impianto accusatorio a carico del 57enne già cristallizzato nella denuncia sporta tempo prima, che diede avvio al procedimento giudiziario. Una decina gli episodi ricostruiti dalla Procura, che si sarebbero consumati all’interno del pulmino con il quale il mister riaccompagnava le 15enni a casa dopo gli allenamenti.

 

 

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