La Gioconda era un travestito: e’ la sentenza shock di una ricercatrice francese, Sophie Herfort, che ha pubblicato un libro proprio in coincidenza con la grande mostra aperta a Londra su Leonardo da Vinci. Se la Gioconda fosse davvero Lisa Ghedini,

la moglie di Francesco del Giocondo, allora perche’ il dipinto non e’ mai appartenuto a quest’ultimo? E perche’ tra gli appunti del grande genio del Rinascimento non viene mai menzionato ne’ questo quadro ne’ chi lo ha commissionato? E ancora, perché il maestro toscano non si e’ mai voluto separare dal ritratto di Monna Lisa tanto da portarlo con se’ in Francia, alla corte di Francesco I? A porsi queste domande e’ Sophie Herfort, giovane professoressa e ricercatrice in Scienze dell’arte all’Università’ Sorbona di Parigi, nel libro appena uscito oltralpe per le edizioni Michel Lafon, ‘Le Jocond’ (Il Giocondo), risultato di quattro anni di ricerche, tra Francia, Italia e Stati Uniti. Salai, alias Gian Giacomo Caprotti, giovane allievo e musa di Leonardo, per la Herfort non fu semplicemente il modello della tavola, come aveva gia’ ipotizzato il ricercatore italiano Silvano Vinceti, per la somiglianza nei tratti del volto tra il San Giovanni Battista (che ricorda appunto la fisionomia di Salai) e la Gioconda. Ne fu anche il vero soggetto.

Era proprio lui che Leonardo si era divertito a rappresentare: il suo amante, vestito da donna, ovvero con quegli stessi abiti femminili, tra mantelline di pelliccia e autoreggenti rosa, che Salai indossava di solito fra le mura domestiche. Il quadro venne poi ulteriormente ”femminilizzato”, con il velo sui capelli e un decollete’ piu’ accentuato, per paura della censura: ”al tempo l’omosessualita’ era punita con il rogo – spiega all’ANSA la Herfort – e Leonardo era scampato nel 1477 una condanna per atti immorali per avere partecipato a una sodomia di gruppo con altri artisti”. Non fu infatti Leonardo, ”un omosessuale discreto” come lo definisce la ricercatrice, a dare il titolo all’opera, ma lo storico Giorgio Vasari, solo dopo la morte dell’artista, facendo una serie di considerazioni e correlazioni ”del tutto discutibili e confutabili”. ”L’amore folle e incondizionato di Leonardo da Vinci per il suo giovane assistente sono all’origine di una delle opere piu’ celebri, ammirate e controverse della storia di tutti i tempi – afferma l’autrice – Le illustrazioni, gli schizzi preparatori e le corrispondenze private del genio italiano non lasciano spazio al dubbio: la Gioconda non e’ una donna. Quello che noi identifichiamo come l’ideale della bellezza femminile e’ un travestito”.

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui