Prima la letteratura, poi la musica. Oggi i disegni, come linguaggio contemporaneo e sentimentale capace di trasmettere a una società che agisce nel Mediterraneo i conflitti emotivi e culturali di questi anni. L’origine del progetto è nel mito della zingara “Carmen” narrata da Prosper Merimée e pubblicata nel 1845,

tradotta in opera lirica in quattro quadri da Georges Bizet 30 più tardi. Il personaggio femminile che lavora in una fabbrica di sigari ha ispirato l’artista Bruno Fermariello, che nei mesi scorsi ha tenuto nel carcere di Nisida un laboratorio di pittura con alcune adolescenti Rom qui detenute. Settimane di confronti, di litigi, di sorrisi, di incomprensioni e di complicità nelle stanze che affacciano sul golfo, che adesso diventano finalmente una mostra collettiva. Un’esperienza di arte attivista che vuole portare al pubblico le doti segrete di queste ragazze nate lontano e cresciute in una Napoli pericolosa e allegra, materna e tentacolare.

I disegni in esposizione fino al 21 ottobre sono 11 e attraverso una speciale intensità nei colori esprimono forme smargiasse e angeliche, tra stati di commozione, silenzi erotici, pose virginee, movimenti surreali e atteggiamenti di esplicita coreutica. Ecco che “Carmen … Bruno Fermariello e le ragazze Rom di Nisida” diventa un intervento concreto di convivenza, integrazione reale e duratura, che trova la partecipazione e il sostegno di alcuni partner: la Fondazione My Earth e la Fondazione Banco di Napoli per l’assistenza all’infanzia, anzitutto, che sostengono il progetto con un loro contributo.

Spiega Bruno Fermariello: .“Carmen” apre, così, la stagione di eventi autunno-inverno dell’Instituto Cervantes diretto da Maribel Serrano Sanchez, con la costante convinzione che “la cultura del Cervantes fa bene”. Il prossimo imperdibile appuntamento è con il disegnatore argentino Quino, giovedì 6 ottobre.

Ecco l’intervento completo di Bruno Fermariello: “Il 21 settembre 2011 alle ore 18 si terrà presso l’Istituto Cervantes di Napoli, l’inaugurazione della mostra “Carmen…Bruno Fermariello e le ragazze Rom di Nisida” realizzata grazie al generoso contributo della Fondazione My Earth e della Fondazione Banco di Napoli per l’Assistenza all’Infanzia. Il progetto “Carmen” nasce sin dal principio con l’ obiettivo di evidenziare per l’arte contemporanea una inesplorata risorsa culturale : il “ mondo “ giovanile Rom nella sua componente femminile… un “ mondo “, ai tempi nostri, ancora in grado di recepire fino in fondo tutti gli elementi archetipici (connessi ai temi dell’Eros, del demoniaco, della morte ecc.) presenti in un “Mito”, quale a tutti gli effetti può essere considerata la storia della “Carmen”.

Ho avuto modo di “scoprire” l’immenso potenziale della creatività femminile Rom (che affonda le sue radici nelle componenti magiche presenti in quella cultura) circa quattro anni fa, nel corso di un mio precedente laboratorio svoltosi a Nisida tra i ragazzi della comunità carceraria e che portò poi alla mostra “Gilgamesh” tenutasi a castel dell’ovo nel giugno del 2007. Fu allora una scoperta del tutto inaspettata, non prevista al momento in cui mi accingevo ad incontrare i ragazzi dell’isola. Oggi, dopo quattro anni ho avvertito come artista il desiderio di tornare a Nisida.. di confrontarmi, questa volta in maniera avveduta con quella cultura! E’ nato così, grazie anche alla sensibilità del direttore Gianluca Guida e dei suoi collaboratori circa il ruolo dell’arte nello sviluppo educativo, un laboratorio di pittura dedicato all’elaborazione pittorica in piccolo formato dei vari motivi suggeriti dal racconto della “Carmen” di Merimèe e dalla visione dell’opera omonima di Bizet. Conclusa in piena estate questa prima fase del lavoro cominciata in primavera si è passati alla seconda, consistente nella trasposizione dei piccoli disegni su pannelli di legno di grande formato mediante colori acrilici in vista della loro esposizione .

Un laboratorio di pittura infatti, non avrebbe avuto senso se non avesse offerto alle ragazze la soddisfazione di vedere il proprio lavoro gratificato da un evento locale a cui alcune di loro potranno partecipare grazie ad un permesso speciale. Si è trovata così per l’occasione una sede prestigiosa: quale sede migliore per la spagnola Carmen infatti, dell’Istituto Cervantes di Napoli, da anni al centro della vita culturale della nostra città? Il risultato di questi mesi passati a Nisida ha significato per me vedere confermata l’intuizione iniziale da cui è partito questo progetto: essere il popolo Rom, soprattutto la sua componente femminile, depositario di un fondo mentale arcaico capace, se evocato, di creare una forma d’arte per noi “moderni” irrimediabilmente preclusa: l’arte magica.

Tutto questo, ha comportato per me, come artista, la necessità di assumere un ruolo preciso: quello maieutico, di artista-guida chiamato a sollecitare, in virtù del proprio gesto e della propria parola, l’energia creativa, da queste ragazze posseduta inconsapevolmente. In verità i primi momenti di incontro con le ragazze Rom sono sempre imbarazzanti…come evitare che non ti avvertano come un corpo estraneo? Vincere la loro diffidenza, far sì che accanto a te si sentano a proprio agio è il primo obiettivo! Ti rendi conto di averlo raggiunto quando ti accorgi che mentre disegnano…cominciano a cantare! La “scoperta” della creatività femminile Rom Ha comportato però, da parte mia, anche una disponibilità a lasciarmi andare, a farmi guidare da loro verso strati più profondi della psiche…lì dove nascono gli archetipi.

A distanza di quattro anni dal primo laboratorio, ho visto nascere così, per mano di ragazze che neppure si conoscevano..le stesse inspiegabili e perturbanti immagini! Un esempio per tutti: tanto in “Gilgamesh” di quattro anni fa, quanto in questa “Carmen”, ricorre spesso l’attitudine a rappresentare la testa umana affiancata da altre due teste che pare quasi ne fuoriescano. Come spiegarsi questo dato se non ricorrendo appunto alla teoria degli archetipi? Quanto somiglia dunque questa “Carmen” all’”originale”, al suo modello da cui siamo partiti? In verità la “Carmen” rappresentata a Nisida non porta il ventaglio, non suona le nacchere né balla il flamenco! Somiglia di più ad un’antica maga, direi quasi ad una Circe, in tutta la sua ambivalenza, affascinante e demoniaca nello stesso tempo. Ma in fondo, a pensarci bene, tolte le nacchere ed il ventaglio non è questo stesso nesso di fascinans e di tremendum all’origine del moderno “Mito” della “Carmen”?”.

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