NAPOLI – Detenuti e detenute degli istituti penitenziari campani sul palco del teatro San Ferdinando dal 25 al 28 ottobre per la settima edizione della rassegna ‘Il carcere possibile’ promossa dalla Camera penale di Napoli in collaborazione con il Teatro Stabile di Napoli

e il Provveditorato dell’Amministrazione penitenziaria della Campania. Dieci gli istituti che hanno aderito e in cui si effettuano i laboratori teatrali. Ad aprire la rassegna, lo spettacolo proposto dal carcere di Secondigliano cui seguiranno Lauro, Santa Maria Capua Vetere, Pozzuoli, Poggioreale, Airola, Eboli, Nisida, l’Opg di Aversa e l’Opg di Napoli. In scena, i gruppi teatrali penitenziari porteranno, tra gli altri, spettacoli, come ‘Il re e’ vivò di Giorgia Palombi, ‘Piu’ leggero di un suspir’ viaggio tra sogno e realtà nel pianeta Shakespeare, ‘Miseria e Nobilta’ ‘ di Eduardo Scarpetta, ‘Sonnò e ‘Sogni smarriti’ tratti liberamente tratto da Beckett, ‘Pe vicule.sottovoce’ omaggio a Viviani. A chiudere, sarà la presentazione del libro ‘Materiali dispersi, storie dal manicomio criminale’ di Adolfo Ferraro. La rassegna nata nel 2003 ha visto nel tempo crescere l’adesione degli istituti, ma oggi i laboratori teatrali e le attività rieducative nei penitenziari devono fare i conti con tagli e carenza di risorse. Secondo i dati forniti da Claudio Flores, direttore dell’area trattamentale del Provveditorato della Campania, nel 2011 ai 17 istituti campani sono stati assegnati 187mila euro a fronte dei 600mila del 2004 destinati a tutte le attività rieducative e laboratoriali e ai premi per i titoli di studio conseguiti dai detenuti. Risorse che, secondo previsioni, nel 2012 subiranno un ulteriore taglio di circa il 30 per cento. Una situazione che incide in modo particolare negli istituti di pena per i minori in cui, ha ricordato Sandro Forlani direttore del Dipartimento Giustizia minorile Campania e Molise “i laboratori e il teatro rappresentano uno stimolo importante soprattutto in una regione che produce molta devianza minorile”. I numeri dicono che nei due istituti campani per minori ci sono circa 115 ragazzi cui se ne aggiungono altri 140 che vivono nelle comunità. “La rassegna – ha detto Domenico Ciruzzi, presidente della Camera penale di Napoli – vuole essere anche una denuncia di come potrebbe essere il carcere se vi fosse la reale possibilità di effettuare percorsi rieducativi. Oggi, invece, le politiche adottate – ha concluso – non promuovono progetti di inclusione, ma vogliono far vedere il carcere solo come una pattumiera sociale”. Presenti, anche Claudio Polidoro della Camera penale e Vito Minoia del Coordinamento nazionale del teatro in carcere.

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