“La crisi economica, la paura di perdere il posto di lavoro e lo spettro della poverta’, sono tra le cause che hanno fatto aumentare negli ultimi anni i suicidi nella fascia d’eta’ lavorativa che va dai 25 ai 60 anni”.

A rivelarlo all’Adnkronos Salute e’ Maurizio Pompili, direttore del Servizio per la prevenzione del suicidio dell’ospedale S.Andrea di Roma. “Anche per questo motivo e’ fondamentale – avverte Pompili – ricordare alla comunita’, alle istituzioni e gli addetti ai lavori, l’enorme importanza di lavorare per evitare la crescita del fenomeno. E la Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio che si celebra lunedi’ 10 settembre, organizzata dall’International Association for Suicide Prevention (Iasp),va in questa direzione”. L’iniziativa co-sponsorizzata dall’Organizzazione mondiale della sanita’ (Oms), sara’ ospitata dall’azienda ospedaliera Sant’Andrea. “L’evento – spiega l’esperto – ha la finalita’ di stimolare una maggior condivisione consapevole della problematica dei suicidi e di promuovere una sempre maggiore sensibilita’ nei confronti di questo tema”. Al centro delle iniziative la manifestazione, prevista per il 10 e 11 settembre al policlinico Sant’Andrea, che oltre ad eventi e dibattiti, vedra’ anche la possibilita’ per i medici di approfondire alcune tematiche. “L’obiettivo formativo – aggiunge Pompili – e’ quello di far acquisire conoscenze sul fenomeno del suicidio e dei tentativi di togliersi la vita per favorire l’individuazione di strategie di prevenzione efficaci”. Oltre a offrire conoscenze teorico-pratiche altamente specialistiche, necessarie per il corretto ‘assessment’, gestione e trattamento dei soggetti a rischio, il convegno si avvale della duplice esperienza (clinica e di ricerca) di tutti i docenti e prevedono, dopo un breve inquadramento teorico-storico iniziale, la presentazione di procedure di valutazione diagnostica. Un’interessante parentesi sara’ quella rivolta al ruolo cruciale svolto dalle diverse figure professionali dei servizi territoriali e di pronto soccorso per un corretto riconoscimento dei soggetti a rischio di suicidio e per una adeguata gestione clinica, permettendo cosi’ l’individuazione di percorsi assistenziali ‘ad hoc’, in grado di assicurare una continuita’ delle cure.

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui