Il decreto editoria approvato in Senato prevede una serie di misure che, in attesa di una più complessiva ridefinizione delle forme di sostegno al settore, puntano a razionalizzare l’utilizzo delle risorse attraverso meccanismi che correlano il contributo per le imprese editoriali agli effettivi livelli di vendita e di occupazione professionale. Diverse le novità entrate nel testo durante la discussione a Palazzo Madama.

Eccole in pillole: CORRELAZIONE TRA COPIE VENDUTE E DISTRIBUITE – Scende dal 30 al 25% (attualmente è al 15%) la percentuale relativa al rapporto tra le copie vendute e quelle distribuite necessaria per accedere ai contributi. Per le testate locali la quota è del 35%. Vengono considerate testate nazionali quelle che sono distribuite in almeno tre regioni.

ABBONAMENTI AD AGENZIE – Nell’ambito del computo del contributo alle testate, il 50% è calcolato in base ai costi per il personale dipendente, per l’acquisto della carta, della stampa ma anche per gli abbonamenti ai notiziari delle agenzie di stampa.

AIUTI A ONLUS – Sconti sulle tariffe postali per l’editoria non profit.

GIORNALI PUBBLICATI ALL’ESTERO – Arriva un contributo di 2 milioni di euro annui per i periodici italiani pubblicati all’estero. WEB – Le piccole testate online (che abbiano ricavi annui da attività editoriale non superiori a 100mila euro) non sono obbligate alla registrazione. La pubblicità online viene fatta rientrare nel paniere dei ricavi del Sic, su cui si applica il tetto ‘anti posizioni dominanti’ del 20%.

RADIO RADICALE – L’emittente mantiene, salvo verifiche, per intero il contributi relativi all’anno 2010.

SALVA-MANIFESTO – Le cooperative editoriali non dovranno rispettare il requisito di 5 anni dalla loro costituzione nel caso di subentro o acquisto di una testata e dunque per accedere ai contributi per l’editoria.

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