”Ad aprile nella newco Fabbrica Italia Pomigliano, si potrebbe lavorare solo tre giorni a settimana, e non per lo sciopero delle bisarche, ma per il fallimento del lancio della nuova Panda. Marchionne vuole chiudere lo stabilimento, e ne vuole dimostrare l’antieconomicita”’: e’ quanto hanno sottolineato gli esponenti della Fiom di Napoli.

Lo hanno fatto nel corso di un’assemblea pubblica con i lavoratori, circa un centinaio, svoltasi nel Palazzo Orologio di Pomigliano d’Arco (Napoli), alla quale hanno preso parte, tra gli altri, il segretario provinciale Andrea Amendola, ed uno dei legali del pool di avvocati del sindacato metalmeccanici della Cgil, Lello Ferrara. Alla riunione erano presenti, tra i lavoratori, anche operai dell’ex Ergom di Napoli, e della Irisbus di Avellino. ”Non e’ mai successo – ha spiegato Amendola – neanche in tempi di altre crisi, che una nuova vettura vendesse tanto poco come la Panda prodotta a Pomigliano. Ma questa non e’ una nuova auto, ma solo il vecchio modello un po’ ritoccato, ed il problema di quanto sta accadendo, prima o poi emergera”’. Amendola, inoltre, ha affermato che Sergio Marchionne, sin dal suo arrivo in Fiat, ”ha predisposto un disegno che prevede la chiusura dello stabilimento campano”. ”Ha portato a Pomigliano la ‘trappola’ Panda – ha aggiunto – in quanto deve dimostrare che e’ antieconomico produrla qui, e che lo stabilimento non e’ ‘affidabile’. E’ per questo che noi non blocchiamo la fabbrica, perche’ altrimenti gli daremo la scusa di portare via la vettura, ma faremo in modo di avere il consenso di tutti i lavoratori”.

 

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