di *Pasquale Iorio

Ha ragione il consigliere Gennaro Oliviero a scandalizzarsi per lo spettacolo indecoroso offerto da alcuni suoi colleghi casertani, che hanno disertato l’aula in presenza di un tema così importante come quello delle cave nel casertano. In questo modo è stato disatteso anche l’accorato appello

inviato qualche giorno fa da Legambiente ed altre associazioni. Lo sfregio delle cave è diventato enorme. Le colline dei Tifatini non ci proteggono più come una volta. La corta visione politica e scarsa sensibilità ambientale degli amministratori continua a produrre danni incalcolabili: un dissesto idrogeologico senza pari. Nessuno interviene per fermare il disastro. Mi chiedo cosa altro debba accadere per fermare le attività estrattive, chiudere e de localizzare quei due grandi mostri (i cementifici di Cementir e di Moccia) che ci divorano la vita e la salute.

Per queste ragioni dobbiamo chiedere con più forza alle più alte autorità dello Stato e della Regione – anche al Presidente della Repubblica – di fermare questa folle corsa verso la distruzione dell‘eco-sistema in una delle aree a più alta densità urbana e produttiva. Da parte delle associazioni ambientali e dei cittadini, più volte è stato riproposto con forza all’attenzione dell’opinione pubblica uno degli scempi più evidenti: la devastazione delle cave (che stanno divorando anche le chiese di S. Lucia e di S. Michele).

Continua un’ opera di escavazione e distruzione ecologica, che ha già prodotto una situazione di disastro ambientale per molti versi irreversibile. Un incredibile silenzio, accompagnato da disattenzione (o per meglio dire connivenza), caratterizza le istituzioni locali e le forze politiche, che rimangono inerti e “distratte” di fronte a questo immane scempio. Tra l’altro, come hanno messo bene in evidenza alcune indagini (come quella dei giudici Donato Ceglie e Paolo Albano), è proprio dalle attività estrattive e dalla lavorazione del calcestruzzo che prende corpo uno dei filoni più redditizi dell’economia criminale e camorrista.

Ricordiamo che alcuni anni fa il V E Raffaele Nogaro denunciò questo scandalo. Purtroppo rimase isolato ed inascoltato (anche dalla stampa locale). Ora è arrivato il momento di ribellarsi e di indignarsi per lanciare un appello, in primo luogo alle massime autorità istituzionali (dal Presidente della Provincia fino ai sindaci di Caserta e Maddaloni. Al riguardo, come è avvenuto in tante altre realtà, si possono progettare interventi per riutilizzare le cave destinandole ad altre attività di tipo sociale e produttivo, in primo luogo per ripristinare i siti naturali, con la salvaguardia dei lavoratori addetti e la creazione di nuova occupazione.

In merito l’università (a partire dal Polo Scientifico della SUN) può dare un contributo decisivo per rilanciare un dibattito ed un confronto su nuove idee di crescita sostenibile per il nostro territorio. Tra l’altro le cave bloccano anche i lavori per il nuovo Policlinico, una delle tante grandi opere incompiute, che rischia di diventare una chimera per lo sviluppo economico e sociale di Terra di Lavoro.

*Vicepresidente Aislo

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