di Antonio Martucci

Abbiamo sempre fatto attenzione alla ipocrisia, ai falsi moralismi ed, ancora di più, ai finti censori. Ne abbiamo sempre avuto paura per la loro pericolosità e per le insidie che nascondono. E’ la certezza di sapere che individui così, usando la logica dei due pesi e due misure, prima o poi ti tradiranno, assolvendo se stessi.

Ci è capitato di ascoltare la trasmissione In ½ ora di Lucia Annunziata nella quale, il vecchio amico e compagno, Michele Santoro, ha presentato la sua candidatura a Direttore Generale della RAI in coppia con quella di Carlo Freccero alla carica di Presidente. Sono entrambi ottimi professionisti avendo l’uno prodotto una trasmissione di grande successo con un target che, per rinnovarsi negli anni, l’ha costretto a cambiarle nome: Samarcanda, Anno Zero, Servizio Pubblico, e l’altro essere uno dei creatori di programmi innovativi e oramai considerati “cult”, che hanno caratterizzato la fase della riforma della Rai a cavallo degli anni 80.

Ma qui il problema è che dietro una iniziativa, presentata un po’ come atto politico, ed in parte come provocazione, ci sono sollecitazioni e bacchettate per tutti coloro che poi sono chiamati a decidere. C’è un messaggio rivolto al premier:” È una questione di credibilità del governo. Monti ci indichi un percorso, dia una scadenza di due settimane per presentare i curricula. Se dice che vuole muoversi dopo le nomine della Vigilanza, questo non ci sta bene”, con Freccero che rilancia: “Basta con i partiti. Il mio è un curriculum tecnico. È un problema di metodo, si faccia come per la Bbc”. E mentre arrivano le scadenze per le nomine che la legge Gasparri assegna a Governo e Parlamento dopo l’assemblea degli azionisti del 4 e 8 maggio con l’approvazione del bilancio, Santoro loda il Pd per la scelta di non partecipare alla spartizione delle poltrone, ma lo invita a scendere dall’Aventino.

“I tempi sono stretti – avverte -bisogna costringere Monti a non aspettare le decisioni dei partiti, ma ad anticiparle. Poi i partiti non potranno far altro che seguirlo, se non vogliono precipitare ancora di più nell’opinione pubblica”. Le reazioni del mondo politico spaziano da Sel che parla di atti di .trasparenza e libertà, al Pd che sostiene che Santoro e Freccero bene hanno fatto a rendersi disponibili, alla Pdl che passa dall’ironia del “Credevamo che sfidasse Obama !”, a chi parla di scelta di supponenza. Noi riteniamo che l’eccesso di potere è un male da combattere in democrazia quando questo non deriva, né dalla Costituzione, né dai Codici.

Solo un uomo convinto della forza del potere mediatico e del suo effetto persuasorio può pensare di mettere in riga tutta la classe politica e di piegarla al suo volere fino al punto di farla convergere non verso la scelta di un nuovo metodo, ma verso un merito che riguarda la propria persona. Altro che conflitto di interessi di Berlusconi! Santoro è lo stesso che dopo l’ennesima battaglia fatta per guadagnarsi il denaro pubblico del tfr della Rai, ora si propone di governarla squilibrando ulteriormente il sistema, condizionando il Parlamento, facendo partire gli eventuali concorrenti alle stesse poltrone in condizione di oggettivo svantaggio che deriva dalla stessa campagna mediatica della quale si è reso protagonista.

Per non parlare del ritorno di pubblicità nel caso di mancata nomina, cosa che gli garantirebbe alti cachet, con proposte di conduzione di programmi su altre reti, a partire da La 7. Ma l’apice si tocca con la commedia messa in scena, con consumata arte pirandelliana, nell’intervista con la Annunziata. Facendo da sponda all’amico e compagno di sempre, nel porgli le domande, la conduttrice annuiva alle affermazioni che evidenziavano la necessità del cambio di sistema per arrivare alle nomine. Peccato che ora non si siano ascoltate parole autocritiche. Anni fa non ascoltammo rifiuti o critiche di metodo quando, ai vertici della Rai, veniva nominata la stessa Annunziata.

Per lei, evidentemente, il metodo era giusto.

 

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