“Una vigliaccata politica e istituzionale. Siamo ai limiti della democrazia. Solo nel regno dei comunisti può succedere una cosa del genere. Bindi dovrebbe dimettersi. E della vicenda dovrebbero occuparsene Mattarella e i presidenti delle Camere. Avanti così e arriverà il regno dei cinquestelle”. Lo dice – in un’intervista a Repubblica – Clemente Mastella, che attacca la lista della commissione Antimafia, in cui figura anche sua moglie. “Come fa Sandra a replicare, se c’è il silenzio elettorale? Con la lentezza della giustizia penale, uno resta sotto processo per decenni e diventa un eterno incandidabile”, aggiunge. Intervistato anche da il Giornale, l’ex ministro dice anche che accusare sua moglie è stato un “regalo alla camorra”, perché “i fatti cui si riferiscono risalgono a 8 anni fa, a una vicenda ancora al primo grado, nella quale l’accusatore della tentata concussione è un personaggio che si è scoperto essere organico alla camorra, legato al clan Zagaria. Quindi paradossalmente stai dando credito alla versione di un camorrista, e la camorra ringrazia…”.

 

 

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