PARETE – Denunciare gli usurai è un dovere civico. Ribellarsi al racket è possibile, anzi, è necessario. Ma, nel contempo, non bisogna perdere di vista il tessuto produttivo sano del territorio. Per esempio, bisogna fare in modo che con l’interdittiva antimafia alle società non si blocchino anche i cantieri e, di conseguenza, le attività delle aziende sane e dei lavoratori onesti ad essi legati, che perciò finiscono col perdere il posto di lavoro.

Così come deve essere sicuramente rivista la pratica dei massimi ribassi, nelle gare d’appalto, che di fatto mette fuori mercato le aziende edili legali. Insomma, bisogna ad ogni costo evitare che all’impoverimento indotto dall’attività criminale della camorra, si sommi – mai come in questo difficile momento di crisi economica – altra disoccupazione, in taluni casi paradossale effetto distorsivo della riaffermazione del principio di legalità. Sono soltanto alcune delle riflessioni emerse dal Consiglio comunale di Parete, i cui lavori, ieri mattina, si sono svolti con la partecipazione di cittadini, scolaresche e i rappresentanti di quelle associazioni datoriali che promuovo il Camper della legalità. Vale a dire, lo sportello informativo mobile, che da mesi sta girando in lungo e largo i comuni della provincia di Caserta, per offrire, appunto, assistenza a quanti – famiglie e imprese – si trovassero nella difficile posizione di vittime del racket e dell’usura. E non sono poche, secondo i dati citati dal rappresentante della giunta della Camera di Commercio, Salvatore Ciambriello, che ha parlato infatti di una percentuale da brividi: “il 22% delle imprese iscritte all’ente camerale è sotto lo scacco dell’usura”, ha detto. E, però, conforta – come ha rilevato Luciano Morelli, il vice presidente di Confindustria Caserta, che a nome di tutte le associazioni imprenditoriali presenti (Guido Colella per la Cia e Angelo Morgillo per la Cna) ha concluso i lavori del Consiglio comunale – l’adesione convinta, in forma solenne e all’unanimità, del Comune di Parete, ai principi della legalità e di condanna e ripudio della camorra. Adesione che, anzi, acquista anche più forza e significato con l’annuncio, da parte del giovane sindaco Raffaele Vitale, del completamento ormai della procedura di assegnazione al comune della villetta a schiera confiscata al boss Bisognetti, in via Ugo La Malfa. “Un’abitazione che diventerà centro di accoglienza e assistenza per le vittime della camorra e dell’usura e, più in generale, delle donne vittime di violenza, oltre che di diffusione della cultura della legalità”. Ai lavori, diretti dal presidente del Consiglio comunale Luigi Di Gaetano, sono intervenuti l’assessore Marilena D’Angiolella, il capogruppo di maggioranza Giuseppe D’Alterio, i consiglieri di opposizione Luigi Vito Pellegrino e l’ex sindaco Luigi Verrengia, il presidente locale dell’associazione antiracket Pietro Falco, l’imprenditore Franco Troisi e Giuseppe Papadimitra e Rosa Di Nardo (segretario PD) e Pietro Di Sarno (segretario Sel). Presenti ai lavori anche una scolaresca della Scuola Media “Basile”.

 

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