Arrivano i rinforzi per la riscossione di tasse e tributi. Nel piano di fabbisogno triennale del Comune di Napoli spuntano 120 assunzioni a tempo determinato, tra tecnici e amministrativi, finanziate con il Patto per Napoli. Una quota consistente, quasi la metà rispetto al totale dei tempi determinati previsti, sarà indirizzato al settore Entrate (tasse e tributi). Nello specifico Imu, Tari e multe. Entro luglio invece sarà bandito dal Formez un nuovo concorso per 970 posti a tempo indeterminato. Le nuove assunzioni complessivamente saranno 1.426: 1.122 a tempo indeterminato e 304 a tempo determinato. Tra le prime: 47 sono afferenti al vecchio concorsone Ripam Campania (istruttori direttivi); 105 riguardano le stabilizzazioni di 77 vigili urbani e di 28 assistenti sociali; 970 quelle relative al nuovo concorso Formez, entro fine anno. La tabella completa dei quasi mille posti che andranno a bando sarà pubblicata lunedì, ma qualche dato da San Giacomo già trapela. Dovrebbero esserci 250 profili dedicati alla polizia Municipale, poco più di 140 istruttori amministrativi e 143 unità del settore educativo: maestre con ruolo ordinario e maestre di sostegno. Tra i 304 a tempo determinato ci sono i quattro agronomi già in organico, che andranno resi effettivi nel 2023; maestre e maestre di sostegno; una quota andrà al settore Welfare e infine gli oltre 100 esperti di tasse. Ci sono poi da stabilizzare a settembre di quest’anno 30 istruttori socio-educativi degli asili nido, che verranno pescati dal vecchio concorso fatto dal Comune più di tre anni fa. Inoltre, dopo 21 anni, è arrivato il semaforo verde dall’amministrazione per 250 progressioni verticali all’interno del Comune: 100 passeranno da categoria B a C, 150 da C a D.

Il piano di fabbisogno era atteso con ansia dai dirigenti del Municipio, molti dei quali possono contare su un numero esiguo di dipendenti. Basti pensare ai vigili urbani nel settore Sicurezza, agli agronomi per il verde e agli esperti contabili per il servizio Entrate. Tra i vigili urbani, per esempio, sono meno di mille gli agenti da poter impiegare su strada. In totale sono 1270, ma il 25 per cento rientra tra i non idonei al lavoro di pattuglia e quelli che lavorano negli uffici (70 sono impiegati presso l’unità contravvenzioni). Ci sono poi 160 pensionamenti già registrati nel 2021, altri 82 sono previsti a giugno ed entro fine anno supereranno i 150. Calcoli alla mano, se si escludono i riposi post notte, i giorni non lavorativi, i recuperi delle domeniche, infortunati e ammalati, licenze e permessi, il comando può impiegare su strada circa 600 unità. Gli agronomi invece sono soltanto quattro e verranno stabilizzati il prossimo anno. Nella terza città d’Italia, con un patrimonio arboreo datato che avrebbe bisogno di manutenzione continua, si va avanti con un agronomo ogni 13 parchi (in città tra parchi e giardini le aree al verde sono 53). C’è poi il tema della riscossione, tallone d’Achille ultra decennale per il Comune di Napoli. Senz’altro una delle cause che ha portato il debito dell’Ente alle stelle. Palazzo San Giacomo per anni ha riscosso tra il 7 e il 15 per cento tra Tari e contravvenzioni. Una certezza che preoccupa non poco l’amministrazione. Il Patto per Napoli si basa in buona parte proprio sulla necessità di migliorare le entrate. Ecco allora comparire tra i profili previsti 120 esperti della materia. Certo non basterà, ma è un primo passo in attesa che la riscossione coattiva sia gestita dai privati. La delibera che dà il via all’esternalizzazione del servizio è stata approvata dall’assise cittadina cinque giorni fa, non senza polemiche. Difatti, Municipia, controllata da Engineering, alla quale è stato affidato il compito di gestire il servizio, incasserà un aggio dell’8 per cento sulla riscossione spontanea, fino al 18 sugli accertamenti Tari per omesso o tardivo pagamento e del 20 sugli incassi per gli accertamenti Imu e per l’omessa dichiarazione Tari.

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