Archiviate tra le polemiche sui presidenti di Camera e Senato, con l’elezione di Lorenzo Fontana (Camera) e Ignazio La Russa (Senato), nel caso di Palazzo Madama con un lungo strascico di polemiche, il Parlamento è chiamato alla nomina dei vicepresidenti e dei capigruppo. I vice di Fontana e La Russa non mancano distinguo e dissensi. Due vicepresidenti a testa, uno al Senato e uno alla Camera, dovrebbero spettare a democratici e 5 Stelle, che hanno preso oltre il doppio dei voti rispetto ai calendiani. Per la Camera, nel Pd si dibatte sulla carta Alessandro Zan, padre del ddl sull’omotransfobia. La mossa a Letta non dispiace. perché politicizzerebbe ulteriormente la contestazione a Lorenzo Fontana. Ma per quel ruolo molti nel Pd vedrebbero meglio Nicola Zingaretti, che tra qualche giorno si dimetterà da governatore del Lazio. Oppure in alternativa Debora Serracchiani che lascerebbe il ruolo di capogruppo ad Anna Ascani. Per il Senato salgono le quotazioni di Anna Rossomando (corrente di sinistra di Andrea Orlando), più defilata Simona Malpezzi. Che potrebbe perdere anche il ruolo di capogruppo, dato che la sua area, Base Riformista, dovrebbe già esprimere il presidente del Copasir, con il ministro uscente Lorenzo Guerini. Valeria Valente a quel punto potrebbe prendere le redini del gruppo a Palazzo Madama. Tra i 5 Stelle, tutte le cariche, anche quelle di capogruppo, verranno essere messe ai voti. In maggioranza Forza Italia è rimasta a bocca asciutta sulle presidenze delle Camere e chiede un’adeguata compensazione. Ha in pista Paolo Barelli, Giorgio Mulè ed Alessandro Cattaneo, se non otterranno ruoli di governo. FdI vorrebbe Edmondo Cirielli o Tommaso Foti. Al Senato il Carroccio dovrebbe puntare su Andrea Ostellari, mentre in FI si fa il nome di Maurizio Gasparri. Licia Ronzulli quasi certamente sarà dirottata sul ruolo di capogruppo. Per quanto riguarda i timonieri dei gruppi nella Lega si va verso la conferma di Riccardo Molinari a Montecitorio e di Massimiliano Romeo a Palazzo Madama. Conferma in vista anche per gli attuali capigruppo di Fratelli d’Italia: alla Camera Francesco Lollobrigida e al Senato Luca Ciriani. Nel Terzo Polo i giochi sembrano fatti: il calendiano Matteo Richetti alla Camera e la renziana Raffaella Paita al Senato. I pentastellati si rimetteranno alla votazione sui nomi che hanno dato disponibilità al ruolo di capogruppo. Tanto per cambiare è molto più complicata la situazione del Pd. Letta vorrebbe confermare le uscenti Debora Serracchiani a Montecitorio e Simona Malpezzi a Palazzo Madama, ma si scontra con la volontà della sinistra interna di pesare di più nei nuovi gruppi, dove la componente degli ex renziani di Base riformista è molto ridotta. L’alternativa potrebbe dunque essere Anna Ascani alla Camera e un derby tra Valeria Valente e Anna Rossomando al Senato. Le perdenti potrebbero essere compensate con le vicepresidenze d’Aula. Dario Franceschini punta alla guida della Giunta per le elezioni e le immunità parlamentari del Senato.

Mario De Michele

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui