Vabbè, nemmeno i Bronzi di Riace hanno la faccia tosta di Enzo Guida. Anche quest’anno il sindaco di Cesa svilisce una ricorrenza importante come quella della Festa della Donna. Lui, sotto processo per atti persecutori, maltrattamenti in famiglia, simulazione di reato (ripetiamo simulazione) e danneggiamento ai danni della moglie Tina Bove, ha annunciato in pompa magna che l’amministrazione comunale ha organizzato ben due eventi. Il primo si terrà oggi (7 marzo) e prevede uno screening gratuito alla tiroide presso la biblioteca comunale. Nella giornata di domani (8 marzo) si effettuerà la piantumazione di una pianta di leccio. La seconda iniziativa rientra nell’ambito di una manifestazione indetta dalla Provincia di Caserta. Il leccio, si legge nella nota stampa inviata dallo stesso imputato, è “simbolo di forza e tenacia”. Ne hanno proprio bisogno quelle donne vittime di stalking e maltrattamenti come nel caso della consorte di Guida. Oltre che di forza e tenacia, le donne e i cittadini di Cesa hanno bisogno anche di uno stomaco enorme e montagne di Maalox per digerire l’ipocrisia di un sindaco che, come se nulla fosse, pone l’attenzione al tema della violenza sulle donne. Ha la stessa credibilità di un piromane che dice di battersi contro i roghi dolosi. O quella di Dracula nelle vesti di testimonial dell’Avis.

Enzo Guida

Nessuno vorrebbe stare nei panni di Tina Bove. Si può solo immaginare la rabbia della consorte costretta ad assistere alle passerelle del marito (non sono ancora legalmente divorziati) che non ha remore a indossare la fascia tricolore e a pontificare sui diritti delle donne. Una brava ragazza, Tina. Eppure su di lei si è tentato di costruire un castello di menzogne per infangarla e screditarla. Secondo i capi di imputazione Erika Alma, attuale compagna di Guida e consigliere comunale di Aversa, avrebbe concorso nel diffamare Bove. Nel processo è coinvolto anche il padre del sindaco di Cesa. Per l’accusa Guida avrebbe ordito un piano molto articolato per rendere la vita impossibile alla moglie.

E pensare che l’unica colpa della consorte, come lei stesso ha dichiarato agli inquirenti, è quella di essere stata aggredita e picchiata dal marito, al punto da doversi far trasportare in ambulanza al Moscati di Aversa. Da allora per lei l’inferno. Tina Bove non parteciperà alle iniziative per la Festa delle Donne organizzate dall’amministrazione. Non lo farà fin quando Enzo Guida sarà il sindaco. Come lei dovrebbero dissociarsi tutte le donne di Cesa. Un Comune da codice rosso.  

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