Sarà molto complicato anche per un fine sofista come Enzo Guida annoverare tra le cose belle dell’amministrazione comunale di Cesa il rifacimento dei marciapiedi di via Berlinguer, intervento che rientra nell’opera più ampia di restyling della strada (foto in basso). Il passaggio pedonale su ambo i lati è stato rifatto in asfalto. Una roba orripilante. Esteticamente bruttissima, per usare le categorie kantiane della critica del giudizio tanto care al sindaco nella sua narrazione social. Una semplificazione da “influencer” che ovviamente non ha nulla a che vedere con il filosofo tedesco, quasi certamente ignoto al primo cittadino di Cesa, poco incline al “filosofeggiare” e totalmente votato al propagandismo espresso nella sua massima potenza a mezzo Fb. Ed ecco la distinzione manichea tra bello e brutto, ovvero il metodo esemplificativo, intrinsecamente riduttivo, alla base di una comunicazione politico-istituzionale infarcita di “popolinismo” che ha ridotto, appunto, la politica e le istituzioni locali a sragionamenti da bar dello sport. Una pseudo classe dirigente che parla alla pancia. Giammai alla testa. Una pappetta insapore condita negli ultimi tempi con gli ingredienti indigesti di un’opposizione ibrida, filogovernativa. Per la serie: maggioranza e minoranza sono la stessa cosa. Una cosa bella.
Nel caso dei marciapiedi di via Berlinguer di bello non c’è proprio nulla. Ed è grave e incomprensibile perché la strada, per come è urbanisticamente delineata la zona, diventerà ben presto una delle arterie più importanti di Cesa. Essendo collegata a via Martiri Atellani rappresenta uno dei biglietti da visita della città. Ricongiungendosi a via Matteotti funge da collettore con un’altra area di ulteriore crescita abitativa e sviluppo economico. Insomma, anche grazie all’ampia sede stradale, via Berlinguer poteva trasformarsi in un fiore all’occhiello della città, in vista inoltre dello spostamento in altro territorio dell’isola ecologica e del nascente parco pubblico attrezzato (progetto meritorio) in corso di realizzazione all’interno dell’ex campo parrocchiale.
Oltre all’aspetto estetico funereo e da “opera da tre soldi”, per dirla con Brecht, uno dei principali problemi dell’asfalto è il suo contributo al fenomeno delle “isole di calore urbane”. Questo materiale assorbe grandi quantità di calore durante il giorno e lo rilascia lentamente nelle ore serali, aumentando sensibilmente la temperatura nelle abitazioni. Gli effetti negativi nei mesi estivi sono facilmente intuibili. Al contrario, materiali più chiari e riflettenti, come la pietra naturale o il cemento drenante, assorbono meno calore e aiutano a mantenere una temperatura più equilibrata. Non solo. L’asfalto è spesso pubblicizzato come una soluzione pratica e resistente, ma in realtà presenta numerosi problemi di sicurezza per i pedoni perché è molto scivoloso in caso di pioggia. Un altro elemento negativo riguarda il deterioramento veloce. L’asfalto si usura rapidamente soprattutto in presenza di alberi le cui radici possono sollevarlo e creare pericolosi dislivelli. Lungo uno dei marciapiedi di via Berlinguer saranno impiantati numerosi alberi, già presenti prima dell’intervento, per cui sarebbe stato molto più indicato l’utilizzo di materiali di diverso tipo.
E ancora. L’asfalto è difficile da riciclare. Una volta deteriorato deve essere rimosso e smaltito generando ulteriori rifiuti. Invece materiali come il calcestruzzo drenante o il porfido sono più durevoli, riciclabili e permettono una migliore gestione dell’acqua piovana. In pratica, pur essendo economica nel breve periodo, l’uso dell’asfalto per i marciapiedi è una scelta che comporta numerosi svantaggi a lungo termine. Non a caso i problemi di sicurezza, l’impatto ambientale e i disagi per i pedoni hanno indotto molte amministrazioni locali a scegliere alternative sostenibili per marciapiedi più vivibili e duraturi. Si dirà: “Il capitolato d’appalto prevedeva i marciapiedi in asfalto”. Peggio. Il capitolato d’appalto non doveva prevedere i marciapiedi in asfalto. Si aggiungerà: “Abbiamo scelto di utilizzare i soldi del ribasso per l’illuminazione pubblica”. Che vuol dire? Bisognava programmare un intervento che prevedesse le opere essenziali. Niente di mirabolante.
E infine, per non offendere Guida, la mettiamo “popolinistacamente” sul piano delle cose belle e di quelle brutte. I marciapiedi in asfalto sono un obbrobrio. A meno che il sindaco “influencer” non riesca a convincere i cittadini del contrario. Ipotesi molto probabile. A Cesa si fanno solo cose belle. È vangelo. Parola del Signore. Amen.
Mario De Michele
LE FOTO DI VIA BERLINGUER





