Lo snodo è cruciale. In gioco il futuro dell’Italia. Ancor di più quello del Mezzogiorno. Sarebbe un delitto da ergastolo perdere il treno del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Al momento siamo l’ultimo vagone dell’Europa, dove continuiamo a collezionare magre figure: “Gli italiani non si smentiscono mai”. Altro che Ue brutta e cattiva. Se il governo Meloni guardasse in casa propria si accorgerebbe che chi è causa del suo mal pianga sé stesso. Gli esponenti del centrodestra non leggono Dante. Molti di loro, incluso qualche manager di Stato, hanno maggiore dimestichezza con i discorsi del Duce, con la specializzazione nell’utilizzo di mezzi di distrazione di massa. Brandita come al solito l’arma dell’invasione degli immigrati. Una balla smentita dai report nazionali ed europei. Rispetto alla popolazione Germania, Francia e Spagna ne accolgono molti di più dell’Italia. La narrazione della premier e del suo vice Salvini si scontra con numeri schiaccianti. Ma per la maggioranza anche la matematica è un’opinione. Valzer del terrore: “L’uomo nero è tendenzialmente un delinquente, quelli onesti tolgono il lavoro agli italiani”. E ritorna lo slogan “Prima gli italiani”. Fuffa propagandistica. Sul Pnrr gli italiani vengono dopo tutti. Siamo inchiodati al 6 per cento della spesa complessiva. Ritardi nei pagamenti agli attuatori e ai realizzatori per oltre la metà delle misure. Sulla carta (straccia) saremmo in linea con gli obiettivi di spesa previsti: 20,4 miliardi. Ma la Corte dei conti screma questa cifra dalle spese collegate a misure preesistenti come i bonus edilizi e gli incentivi all’industria. I numeri sono impietosi: restano solo 10 miliardi. E considerato che anche quest’anno rimarremo indietro di quasi 15 miliardi, per spendere i 191 complessivi del piano entro il 2026 saremo costretti a concentrare una parte importante delle risorse tra il 2024 e il 2025. Risultato: 45 miliardi l’anno.

Piero De Luca

Piero De Luca va alla carica contro l’immobilismo dell’esecutivo. “Ogni giorno – tuona il deputato del Pd – apprendiamo notizie sempre più allarmanti sul Pnrr. Il Piano è fermo al palo. Il pagamento della terza rata è stato congelato e sui prossimi step del cronoprogramma di investimenti e riforme non c’è alcuna chiarezza da parte dell’esecutivo”. Nel mirino dell’esponente dem finiscono anche i ritardi sul Recovery Plan: “Nessuna notizia arriva dal Governo su eventuali modifiche che ha annunciato di voler apportare. Se a questo aggiungiamo anche il blocco da mesi dei Fondi di Sviluppo e Coesione al Sud, – osserva De Luca – la situazione è davvero preoccupante e devo dire drammatica. Il Governo ha il dovere di informare il Parlamento e fare chiarezza su cosa sta facendo e cosa intende fare. Non gli consentiremo di sprecare questa occasione storica per l’intero Paese. Faccia chiarezza. Adesso”. Non sono strumentali le critiche del parlamentare del Pd. La situazione è davvero grave. Ma per il governo non è seria, come direbbe Flaiano. I giudici contabili fanno notare che “non è ancora centrato il vincolo del 40% delle risorse per il Mezzogiorno”. Mancano risorse dove servirebbero di più. Esempio emblematico: i fondi per la transizione digitale sono fermi al 36,3%. Notte fonda anche in settori strategici come ricerca, lavoro, istruzione e transizione ecologica. Nel suo primo intervento alla Camera da segretario dem Elly Schlein si è rivolta alla Meloni: “Signora presidente, le vorrei ricordare che lei non è più all’opposizione, la propaganda è finita, si faccia carico dei problemi del Paese”. Ecco.

Mario De Michele

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