Un forte atto d’accusa a un governo ”inaffidabile” che ha condotto il Paese ”sull’orlo dell’abisso”, per contrastare una manovra che “peggiora di ora in ora”, anche alla luce delle modifiche introdotte dal vertice di palazzo Grazioli.

La Cgil e’ scesa ancora una volta in piazza, la quinta in questa legislatura, perche’ non ha intenzione di ”rassegnarsi a volere un paese migliore”. Sono le parole del leader Susanna Camusso a sintetizzare il senso dello sciopero generale, sostenuto da tutta l’opposizione, con l’eccezione dell’Udc di Pier Ferdinando Casini. Uno sciopero che ha riacceso le polemiche all’interno del fronte sindacale, con la Cisl e la Uil a ribadire la loro assoluta contrarieta’, tra il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi e la stessa Cgil e all’interno del Partito Democratico. Per tutta la giornata e’ rimbalzata, da una sponda all’altra, l’accusa di irresponsabilita’ di fronte al precipitare della crisi del debito italiano. Puntuale anche il balletto delle cifre sull’adesione allo sciopero. La Camusso, nel comizio finale, alle spalle del Colosseo, non ha risparmiato critiche al governo. “La manovra del governo e’ ingiusta e totalmente irresponsabile perche’ scarica tutti i conti sul pubblico impiego”, e’ la premessa, che porta alla conclusione: “il governo non ha idee sul futuro del Paese e per la sua crescita. Questa e’ una manovra che il Paese non si merita”. Piu’ in generale, e qui il riferimento e’ soprattutto a Cisl e Uil, a chi accusa la Cgil di irresponsabilita’ per aver proclamato uno sciopero generale, in un momento cosi’ delicato per il Paese, Camusso ha spiegato che “lo sciopero non e’ mai irresponsabile ma e’ uno strumento di difesa delle condizioni dei lavoratori”. Lo sciopero, soprattutto, e’ lo strumento di chi non si arrende. “Noi non ci rassegnano alla disoccupazione, non ci stiamo ad essere un paese inaffidabile. E’ il governo che e’ inaffidabile. Ci vuole portare nel tunnel, non gli basta il baratro nel quale siamo. Questa e’ una manovra depressiva che fa pagare tutto ai lavoratori e agli anziani. Una manovra irresponsabile, inutile ed ingiusta”, ha insistito Camusso. Velenosa la replica di Bonanni. “La Cisl ha i nervi saldi e con grande senso di responsabilita’ si sta mobilitando in questi giorni per cambiare la manovra, seguendo le indicazioni del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha raccomandato a tutti una maggiore unita’ del paese, equilibrio, rigore ed equita’”. La Camusso invece, attacca il leader del sindacato di via Po, “con questo ennesimo sciopero solitario della Cgil ha spaccato il mondo del lavoro ed ha cancellato il riformismo sindacale”. Il segretario generale della Cgil ha rispedito al mittente anche l’accusa di collateralismo con la politica. Non vede un Pd ‘titubante’ di fronte allo sciopero generale. Anzi, apprezza il fatto che il partito di Bersani si stia battendo per lo stralcio dell’articolo 8. “Mi pare che il Pd – ha detto al termine del discorso che ha concluso lo sciopero e il corteo a Roma- stia conducendo una battaglia e che la stia conducendo in Parlamento per cambiare la manovra. Apprezziamo che abbia chiesto lo stralcio dell’articolo 8 e apprezziamo le altre forze di opposizione che sono schierate per difendere i lavoratori”. L’adesione dei partiti allo sciopero generale, comunque, non intacca l’autonomia del sindacato. “Noi -ha osservato la leader della Cgil- siamo autonomi perche’ abbiamo organizzato uno sciopero sulla nostra piattaforma e sulle nostre idee. Poi, si sa, le manifestazioni sono aperte alla partecipazione di chi condivide queste proposte…”. Camusso, quindi, non ha negato che lo sciopero e’ ‘politico’.”Certo che e’ uno sciopero politico, perche’ abbiamo una concezione della politica alta. Noi, invece, abbiamo paura di chi diffonde l’anti politica. Questa idea porta alle svolte autoritarie”. E rispondendo ancora alla critiche della Cisl, ha sintetizzato: “ma quando si puo’ scioperare se non adesso? Forse viene il dubbio che non si e’ capito cosa sta succedendo nel Paese”.

Hanno montato alcune tende a Piazza Navona e intendono trascorrere la notte all’aperto per contrastare, fino all’ultimo minuto, l’approvazione della manovra del governo. Nel giorno dello sciopero della Cgil diversi esponenti dei movimenti e del sindacalismo di base a tarda sera annunciano: ”Dormiamo in piazza e restiamo almeno fino a domani”. ”Abbiamo deciso di rimanere a dormire in Piazza Navona per dire un no convinto a questa manovra ingiusta – annuncia Pio Congi, dell’Usb -. Domani mattina ci daremo il cambio e resteremo almeno fino a domani pomeriggio”. ”Abbiamo saputo che l’approvazione e’ prevista per domani pomeriggio – gli fa eco Bartolo Mancuso, di ‘Action Uniti contro la crisi’ – e invitiamo tutti a venire in piazza a partire dalle 17 di domani”

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