Seduta al cardiopalma per tutte le borse europee e per i mercati dei titoli di Stato. Una forte ondata di vendite in apertura, proveniente da fondi pensione e investitori istituzionali europei e giapponesi, ha portato in un batter d’occhio lo spread tra il Btp e il Bund al livello massimo mai raggiunto di 347 punti base.

Ciò significava che il rendimento dei titoli di stato italiani a dieni doveva superare il 6% per essere appetibile dagli investitori, una soglia che non si vedeva dagli anni ’90. Di riflesso cadevano le borse: Piazza Affari in pochi minuti precipitava a meno 4% con i titoli bancari bersagliati dalle vendite e sospesi al ribasso con perdite tra il 5 e il 7% per Unicredit, Intesa, Mps, Ubi, ma anche Generali e Fonsai. Lo stesso capitava in Spagna seppure con intensità leggermente minore, mentre i listini di Francoforte e Parigi lasciavano sul terreno più del 2%. Tra le 9,30 e le 10, poi, si materializzava l’inversione di tendenza forse grazie a interventi della Bce sul mercato dei titoli di Stato italiani e spagnoli. Il giro di boa con l’asta Bot italiana: 6,7 miliardi di titoli di stato a un anno venivano ampiamente sottoscritti seppur con rendimenti in forte ascesa, dal 2,5-2,8% previsto al 3,67%. Ma tanto bastava a riportare un po’ di calma sui mercati, grazie anche alle dichiarazioni che cominciavano ad arrivare da Roma dopo una giornata intera di silenzi. Il presidente del Senato, Renato Schifani, annunciava un’intesa per il voto definitivo sulla manovra finanziaria entro giovedì, quindi il premier Silvio Berlusconi ammetteva la difficoltà del momento e assicurava la coesione della compagine di governo e il sostegno della Ue. Nel pomeriggio la situazione migliorava ulteriormente con le dichiarazioni di Van Rompuy che annunciava un possibile incontro dei capi di stato e di governo per venerdì, nella speranza di arrivare a una soluzione condivisa per il problema Grecia. Nel mentre Wall Street apriva in leggero ribasso contrariamente alle indicazioni della mattinata e prendeva slancio sulla notizia del buy back da 5 miliardi di dollari annunciato dalla News Corp di Rupert Murdoch. E così ciò che a inizio giornata era sembrato l’anticamera del disastro a fine pomeriggio si è trasformato in un tripudio per Piazza Affari, unica borsa europea a chiudere con un rialzo dell’1,18%. Londra ha finito a meno 1,02%, Parigi a meno 0,98% e Francoforte con un meno 0,78%. A sostenere il rimbalzo i titoli delle banche, che pesano di più sul listino italiano: Unicredit ha guadagnato oltre il 5%, Bpm addirittura il 7,3%, Intesa Sanpaolo è rimbalzata di oltre il 3%. Anche il differenziale fra i titoli di stato itaiani e tedeschi riscendeva fino a quota 285 punti. Tutto ciò in attesa degli esiti degli stress test che verranno pubblicati venerdi e che dovrebbero vedere le banche italiane superarli senza problemi.

 

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