Il lavoro significa avere la “titolarità di un diritto dunque e, insieme, attribuzione di un dovere: quello di svolgere un’attività o una funzione che, appunto, concorra alla crescita materiale o spirituale della società. Una simmetria tra diritti e doveri dell’essere cittadini che troviamo in molte parti della Carta – a partire dai doveri inderogabili di solidarietà politica, economica, sociale – sino all’art.53 sul dovere di ciascuno di concorrere alle spese pubbliche in ragione della sua capacità contributiva”. Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella in occasione della premiazione dei Cavalieri del lavoro. “Il valore sociale dell’attività economica, delle imprese – ha sottolineato il Capo dello Stato -, ha acquisito significati ancora più profondi in tempo di mercati globali e di interdipendenza. Il valore sociale passa – come prescrive la Costituzione – dal rispetto della dignità del lavoro, della sua sicurezza, della tutela della salute, dell’ambiente; e il valore che le imprese esprimono si amplia ulteriormente per il loro carattere di moltiplicatore delle opportunità, per le innovazioni che, migliorando produzioni e prodotti, arricchiscono le condizioni di vita comune”. “Le imprese sanno, meglio di ogni altro, come la sfida europea non sia altro da noi. Come l’Italia non sia un passeggero del treno Europa del quale controllare i titoli di viaggio, ma ne sia uno dei conduttori, un artefice insostituibile” ha aggiunto Mattarella secondo il quale “Crescita, coesione sociale, equilibrio ambientale, qualità del lavoro sono tra loro strettamente connessi. Laddove crescessero diseguaglianze, emarginazioni, povertà, sarebbe l’intera società a fare un passo indietro”. “La storia – ha sottolineato – ci chiama a un’ora di responsabilità. L’aggressione russa in Ucraina, il barbaro attacco di Hamas contro Israele con la spirale di violenze che si è perseguita, la destabilizzazione che rischia di coinvolgere l’intero Medio Oriente – per restare solo nell’area del Mediterraneo allargato – reclamano un’Europa capace di esercitare la propria positiva influenza. Un Continente capace di testimoniare con convinzione i propri valori di pace, cooperazione, rispetto dei diritti delle persone e dei popoli”. “L’Europa si è data traguardi ambiziosi, punta a divenire il Continente più verde, più sostenibile, più equo anche sul piano sociale, dandosi il 2050 come traguardo per la neutralità climatica. È una sfida che il sistema produttivo italiano ha già raccolto, consapevole che le ricadute positive riguarderanno tutti e ciascuno, con l’ambizione di essere alla testa dei processi di innovazione e non fra coloro che si attardano con lo sguardo rivolto all’indietro. Una recente indagine dell’Istat ha rilevato che, nel 2023, le pratiche e le azioni di sostenibilità, promosse dalle imprese, sono in crescita. Tanto sul piano della tutela ambientale e degli standard ecologici delle produzioni, quanto sul piano della responsabilità sociale, attraverso investimenti in sicurezza, in welfare aziendali, in miglioramento dei luoghi di lavoro. Segnali incoraggianti, che indicano una direzione” ha detto il presidente della Repubblica. “L’accelerazione tecnologica, il progresso digitale, la robotica, l’intelligenza artificiale stanno portando sfide nuove al lavoro. Ci saranno cambiamenti da affrontare. L’Unione europea si è posta il tema di rendere “giusta” la transizione con interventi pubblici adeguati, ma ha voluto anche dotarsi dell’ambizione di guardare all’innovazione traducendola in una solida base industriale. È il caso del Chips Act con cui si propone di portare la produzione di chip e semiconduttori al 20% di quella mondiale, con investimenti che puntano a oltre 100 miliardi di euro. Vi è bisogno di eccellenze: aiutano il Paese. Ancora di più se riescono a fare sistema. Se l’Italia intermedia – territoriale, sociale, imprenditoriale – sa colmare i vuoti, cancellare le distanze, far marciare l’innovazione, l’integrazione, la sostenibilità. È il futuro da costruire insieme. L’orizzonte comune, europeo. La Repubblica vi è riconoscente per quanto avete realizzato e per quanto continuerete a fare. Le esperienze positive, che oggi celebriamo, ci incoraggiano ad avere fiducia nel futuro dell’Italia”. Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella in occasione della premiazione dei Cavalieri del lavoro. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha premiato i nuovi Cavalieri del lavoro in una Cerimonia di consegna delle insegne di Cavaliere dell’Ordine “Al Merito del Lavoro” al Quirinale. I Cavalieri del Lavoro erano stati nominati lo scorso 2 giugno 2023. Era presente il ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso. Hanno preso la parola il presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, Maurizio Sella e il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Russo – riporta una nota del Quirinale -. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dopo aver consegnato le insegne ai Cavalieri del Lavoro e gli attestati d’onore ai nuovi Alfieri del Lavoro, ha pronunciato un discorso. Erano presenti il presidente del Senato della Repubblica, Ignazio La Russa, il presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana, rappresentanti del Governo, del Parlamento e del mondo dell’imprenditoria. In precedenza il Presidente Mattarella aveva consegnato il distintivo d’oro ai Cavalieri del Lavoro che appartengono all’Ordine da 25 anni.

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