“Nessuno vuole impedire alla magistratura di commentare le leggi sotto il profilo tecnico. La colpa della politica è stata quella di aderire o meglio inchinarsi alla magistratura senza dire: ‘Noi ascoltiamo le vostre opinioni ma alla fine decidiamo noi e solo noi perché abbiamo un mandato che secondo la Costituzione deriva dal popolo'”. Così, a Libero, il Guardasigilli Carlo Nordio, che aggiunge «Mi rifiuto di pensare a magistrati che vogliono interferire nell’azione governativa attraverso azioni giudiziarie”. Ma osserva che quando si è “provato a fare una riforma della giustizia è sempre stata bloccata con interventi giudiziari”. “Non mi pare che la presidente del Consiglio abbia pronunciato una sola parola contro la magistratura. Queste reazioni di voler delegittimare i magistrati quando si criticano alcune loro iniziative è quasi una reazione automatica da parte dell’associazione”, ragiona Nordio. Il caso La Russa, dice ancora, non indebolirà la maggioranza perché essa “guarda ai contenuti del programma di governo che sono condivisi da tutti. Le vicende delle singole persone sono purtroppo vicende della vita che devono essere commentate nei luoghi opportuni ma che non possono e non devono avere conseguenze politiche”. Sugli avvisi di garanzia “abbiamo dato un segnale forte di riforma. Ma c’è una parte che riguarda l’informazione di garanzia ed essenzialmente la sua segretezza. È già stata istituita una commissione per la riforma del codice di procedura penale. Il nostro obbiettivo è un codice di stampo accusatorio anglosassone. Quindi sarà cambiata anche la struttura del registro degli indagati e dell’informazione di garanzia”. Rispetto invece alla separazione delle carriere, “noi fino a questo momento non l’abbiamo proposta. Esiste una proposta depositata da altre forze politiche. Una separazione netta delle carriere esigerebbe una riforma costituzionale, come una riforma netta del Csm. Questo è però nel programma di governo”. Dice ancora Nordio: “Io sono certo che il reato d’abuso d’ufficio verrà cancellato. Non avremo problemi con l’Europa. Quasi tutti i sindaci italiani, compresi quelli del Pd, si sono dichiarati d’accordo”. Il ministro chiude all’amnistia: “Credo che in questo momento sia prematuro parlare di amnistia e parlare anche in generale di affievolimento delle pene”. Rispetto invece all’imputazione coatta “questa incongruità l’ho criticata già dal 1997 e l’ho ripetuta varie volte” per ragioni “squisitamente tecniche”.

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