Cronaca di una morte amministrativa annunciata. Non per essere autocelebrativi, anche perché c’è ben poco da celebrare, ma già in campagna elettorale avevamo segnalato un rischio reale per Orta di Atella: l’inadeguatezza dell’allora candidato, oggi sindaco Antonino Santillo. Ricordiamo come se fosse ora il comizio a Casapozzano dell’unica coalizione in campo. E ci tornano in mente con nitidezza solare i modi impacciati e l’atteggiamento spaesato dell’aspirante primo cittadino. Già a prima vista Santillo appariva completamente sprovvisto del bagaglio del leader. Poche idee ma confuse, come direbbe Flaiano, sul futuro della città. Assenza totale di una visione complessiva. Incapacità di analizzare i problemi e proporre soluzioni. Insomma Santillo si era trovato al posto giusto nel momento sbagliato. Ad Orta di Atella sarebbe servito un condottiero autorevole e risoluto in grado di rilanciare un paese lasciato nel guado dalla precedente amministrazione. Il tandem Gaudino-Tosti si era rivelato fallimentare fin da subito. Tante chiacchiere e distintivo. Pochissimi fatti. E il libro dei sogni finito ben presto nello sgabuzzino delle cose inutili. Dopo il game over di quell’esperienza si è fatta strada, non solo negli ambienti politici, la convinzione che fare meglio sarebbe stato come un pranzo di gala. Chiunque avrebbe risalito la china. Nessuno fu sfiorato dall’idea che al peggio non c’è mai fine. Nessuno ricordò la barzelletta del tizio che convinto di aver toccato il fondo sentì bussare sotto i suoi piedi. Con la convinzione di una vittoria facile partiti e movimenti civici tracciarono il sentiero del nuovo corso. E partendo da un presupposto errato, “nessuno farebbe più danni del duo Gaudino-Tosti”, si diede vita a una coalizione eterogenea fino all’ennesima potenza. Una “grande coalizione” buona per vincere. Anche per governare? Forse sì, ma poi si vedrà. In quella temperie politica sbucò dalla rosa dei candidati sindaci il nome di Antonino Santillo. L’attuale fascia tricolore la spuntò in particolare su Giggino Ziello perché passò la “linea dei giovani”. Mai scelta fu più sbagliata. Uno, perché tra i giovani ci sono anche i “giovani-vecchi”. Due, per l’inconsistenza del prescelto, per la diafana strutturazione politico-amministrativa di Santillo. Oggi a quasi 10 mesi di mandato tutti, anche i più strenui sostenitori del sindaco in carica, ammettono di aver puntato sul cavallo sbagliato. Ma in politica gli errori si pagano a caro prezzo. Quindi va messo il primo punto fermo: la responsabilità di aver indicato un sindaco non all’altezza è in carico totalmente ai partiti e ai movimenti civici. Nessuno escluso. Inutile oggi fare la corsa a chi scarica prima Santillo. Tutti sono artefici del disastro amministrativo della coalizione. Il secondo punto fermo riguarda i consiglieri comunali: è puerile e sconsiderato continuare a battere sul tasto temporale: “Siamo stati eletti soltanto 10 mesi fa”. Innanzitutto sarebbe interessante capire quanto dovrà durare il rodaggio. Finora nessuno lo ha spiegato. Dieci mesi sono pochi? Va bene, aspettiamo un anno. Due mesi passano in fretta. Dopodiché vediamo quale altra scusa accampano i componenti dell’assise. Nel frattempo è dovere di chi governa, rodaggio o non rodaggio, garantire almeno l’ordinaria amministrazione e gettare le basi per programmazione futura. A detta di tutti Santillo e company non stanno facendo nell’una né l’altra cosa. La devastazione delle strade, che assomigliano a quelle di Bagdad ai tempi dei bombardamenti statunitensi, dimostra che di ordinario ad Orta di Atella non c’è un bel nulla. La raffica di reazioni su Fb a un nostro articolo su una sola strada, via Marco Pantani, conferma che la popolazione non ne può più (clicca qui). Sul piano programmatico peggio che andar di notte. Si procede a tentoni. Non c’è neppure un cronoprogramma su 2-3 punti prioritari. Ci vuole tanto a capire che bisogna porre ai primi posti dell’agenda il decoro urbano, le infrastrutture e la tutela ambientale? Sul terreno amministrativo ovviamente i maggiori oneri cadono sulle spalle del sindaco. E finora Santillo, in combutta con l’eminenza grigia Gianfranco Piccirillo, rasenta la catastrofe. Neppure noi che avevamo visto lungo avremmo immaginato che il primo cittadino fosse così sprovveduto. Un fantasma che appare soltanto quando ci sono convegni sull’ex Municipio Atellano. È mai possibile che iniziative sovracomunali abbiano la precedenza rispetto alle gravissime problematiche del territorio ortese? Se lo chiedono tutti i cittadini. Che si interrogano anche sul perché gli amministratori, alcuni dei quali si atteggiano a Saragat e ad Andreotti, si accaniscano terapeuticamente invece di staccare la spina. Ecco, perché? Mister…i che prima o poi saranno svelati. E tutto sarà chiaro. Peccato che sarà tardi.

Mario De Michele

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