E menomale che Antonino Santillo si recò al Ministero dell’Interno per perorare la causa dell’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato, approvata lo scorso 12 febbraio dal consiglio comunale di Orta di Atella. Altrimenti le prescrizioni della Commissione per la finanza e gli organici degli enti locali avrebbero superato la corposità dei romanzi “Guerra e pace” e “I fratelli Karamazov”, messi assieme, che a seconda delle edizioni superano le tremila pagine. Il Viminale infatti ha inviato un faldone di oltre 40 pagine per contestare il contenuto del provvedimento varato dal civico consesso. Le prescrizioni ministeriali sono talmente tante da far venire il mal di testa. In buona sostanza gli organismi nazionali hanno bocciato in gran parte i numeri dell’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato sottoposti al vaglio del Viminale. Il viaggio romano di Santillo a bordo di un carroccio non ha sortito alcun effetto positivo. Anzi, sorge il dubbio che sia stato addirittura controproducente. L’ennesimo insuccesso politico del primo cittadino segnala un problema endogeno all’amministrazione comunale: non aver costruito alcun rapporto con i vertici nazionali per tutelare gli interessi del territorio. In parole povere, Santillo è probabilmente l’unico sindaco d’Italia a non avere collegamenti politico-istituzionali con parlamentari e rappresentanti del governo. Sia chiaro, non si tratta di sfruttare amicizie politiche per raggirare le norme, ma di creare una rete provinciale, regionale e nazionale per ottenere un supporto tecnico in grado di evitare errori grossolani sul piano amministrativo, nella fattispecie sull’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato, che rappresenta lo scoglio principale per rilanciare l’ente locale e il tessuto socio-economico della città. Senza punti di riferimento romani manca una rete di salvataggio. E il viaggio a vuoto di Santillo è la dimostrazione numerica (40 pagine di prescrizioni) dell’inconsistenza della fascia tricolore sia sul terreno istituzionale che in ambito politico. Come mai il sindaco, ripetiamo l’unico in Italia, non conta nulla nei Palazzi del potere? Perché serve la stoffa. Che per sfortuna di Santillo non si compra al mercato. Se poi il numero uno dell’amministrazione comunale sceglie di affidarsi in maggioranza al duo Giuseppe Massaro-Salvatore Del prete “Magò” la frittata è fatta. E per una città importante come Orta di Atella, la quinta della provincia di Caserta, non resta che l’onta di una classe dirigente considerata nei luoghi decisionali come due di coppe a briscola. A scanso di equivoci ribadiamo che nessuno incita a fare forzature, ma si tratta semplicemente di instaurare un corretto legame collaborativo con Roma per addivenire in tempi più rapidi alla risoluzione di problemi complessi come i conti comunali. Quale sarà la prossima trafila? L’ente locale dovrà recepire tutte le prescrizioni. Poi l’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato ritornerà in consiglio per una nuova approvazione. La volta scorsa è passata con 13 voti favorevoli, 3 astenuti e un assente. Oltre al sindaco Antonino Santillo, dissero sì i consiglieri Giuseppe Massaro (presidente del civico consesso) Pasquale Lamberti, Ciro Palladino Mena Capasso, Raffaele Lampano, Gennaro Colella, Nicola Margarita, Antonio Sorvillo, Francesco Lettieri, Nicola Russo, Raffaela D’Ambrosio e Antonio Chianese. Assente Anna Cirillo, impegnata fuori regione per motivi di lavoro. Si astennero Giovanna Migliore, Tiziana Dirasco e Imma Liguori. Nel frattempo Santillo farà un altro viaggio della speranza alla volta della Capitale? In tal caso sarebbe meglio non salire sul carroccio e bussare alle porte giuste. Per non perdersi nelle caotiche strade di Roma si consiglia l’uso del navigatore.

Mario De Michele

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