A prima vista sembrano i quartieri Spagnoli a Napoli. Invece è via Carosone ad Orta di Atella. Dove negli anni del boom edilizio sono state sversate colate di cemento, al punto che i palazzi sono separati da vicoli più che da vere e proprie strade. I residenti possono quasi darsi la mano sporgendosi dal balcone. Niente marciapiedi e zero posti auto. In caso di necessità un’ambulanza non riuscirebbe ad accedere alle abitazioni. In via Carosone vi abitano due famiglie politicamente influenti. Quella di Piccirillo (Pd) e quella di Comune (Città Visibile). Due gruppi familiari e politici che hanno contribuito a redigere il programma elettorale del candidato sindaco Vincenzo Gaudino. Alla voce Puc la coalizione di centrosinistra ha scritto: “Normalizzazione delle abitazioni abusive”. Cosa si intende? Per caso si vuole sanare con un colpo di spugna la cementificazione operata sotto il dominio di Brancaccio e company? Il Puc dei commissari straordinari prevede tutt’altro. Partendo da una fotografia dell’esistente va ripristinata la legalità. Un concetto ben differente. Che fa da spartiacque tra veri e finti legalitari.  Tra quelli “falsi” spiccano esponenti di primo piano del collettivo Città Visibile. Il più pragmatico è Francesco Comune. Tante chiacchiere sulla cementificazione del territorio, mai nessun accenno ai trascorsi molto poco “edificanti” dei suoi congiunti stretti. Suo padre Nicola e sua sorella Maria Rosaria hanno fatto parte del dream team di Angelo Brancaccio proprio quando l’allora sindaco pianificava il sacco della città con il decisivo supporto del partito dei tecnici e di politici conniventi. La prima pietra viene posta nel 1998 con il varo del Prg. Nel 2001 e nel 2005 passano le due varianti che hanno dato la stura al cemento. In quella squadra, di cui Brancaccio era il capitano indiscusso, Nicola Comune giocava un ruolo importante. Non a caso l’ex primo cittadino nominò assessore alla Pubblica istruzione la figlia Maria Grazia. Nessuno pretende l’abiura del padre o della sorella. Ci mancherebbe. Ma è doverosa una condanna senza appello per la loro compartecipazione politica a quella gestione affaristica. Altrimenti si confonde la moralità con il moralismo. Due concetti agli antipodi, come realtà e finzione. Nel caso di specie c’è un’aggravante. Questa sì che configura un reato. Quando il padre di Francesco Comune faceva parte della maggioranza consiliare guidata da Brancaccio incassò una “bella” licenza edilizia: la n. 41 del 2000.  Tre anni dopo a Nicola Comune fu concessa una variante talmente illegittima da aver determinato un abuso urbanisticamente insanabile anche a distanza di quasi un ventennio. Il permesso di costruire n. 41 del 2000 prevedeva la realizzazione di 4 villette in due blocchi separati composti da due immobili ciascuno. Con la variante (la n. 104 del 2003) si spiana la strada ad un abuso edilizio grosso come uno stabile di 3 piani. Siamo in zona B4, ma con una falsa attestazione viene identificata come B2. Risultato? Una volumetria maggiorata di circa 200 metri cubi. Molto cemento in più con conseguente incremento del valore di mercato. In soldoni grazie alla variante “incriminata” è stato possibile costruire una struttura sostanzialmente diversa da quella originaria, consentendo la realizzazione di un unico immobile di 4 piani (uno interrato e uno come sottotetto). Una magia. Dov’è il trucco? Nella presentazione di un grafico falso. Non solo. La variante, chiesta e ottenuta da Nicola Comune nel 2003, serviva per il frazionamento dello stabile, cioè per la suddivisione delle unità immobiliari. Invece fu attuato illegittimamente un cambio di destinazione d’uso. E al terzo piano spuntarono due appartamenti. Morale (e non moralismo) della favola, in via Carosone è sorto un palazzo di 8 appartamenti. Epilogo, poco lieto per tutti: gli appartamenti realizzati al terzo piano vanno demoliti. Sono abusivi. C’è poco da fare. Abusivo è stato dichiarato dal Tar anche l’appartamento del fratello di Gianfranco Piccirillo, esponente di spicco del Pd, che abita nello stesso palazzo del congiunto, accanto a quello della famiglia Comune. Per caso nella “normalizzazione delle abitazioni abusive” si vuol far rientrare anche questa? Attraverso il Puc passa il futuro della città atellana. Non si scherza. Bisogna essere chiari. E dire se si vogliono tutelare gli interessi personali o quelli della comunità. Se l’esempio di sviluppo urbanistico è quello di via Carosone per i cittadini di Orta di Atella c’è poco da stare sereni.

Via Carosone ad Orta di Atella

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