Si può condividere o meno il suo modo di fare. Si può esprimere un giudizio positivo o negativo sul suo operato. Si può contestare questa o quella scelta amministrativa. Ma su un punto non si discute: Ernesto Di Mattia è un galantuomo. Ai microfoni di Campania Notizie (link in basso) il sindaco di Sant’Arpino ha parlato a cuore aperto. Senza infingimenti. E dall’intervista che ci ha concesso emerge un uomo di spessore. Una persona perbene. Sia chiaro, continueremo come sempre a incalzare la maggioranza, ma sentiamo l’obbligo morale e deontologico di riconoscere a Di Mattia apprezzabili doti umane e una lucida capacità analitica, peculiarità praticamente introvabile nell’era della mediocrità e del piattume culturale. A un anno dall’insediamento il primo cittadino santarpinese ha operato una disamina dell’attività amministrativa ammettendo, con grande senso di responsabilità istituzionale, la difficoltà di affrontare e risolvere complesse problematiche ereditate dal passato. Ma a differenza del suo predecessore, Giuseppe Dell’Aversana, il sindaco Di Mattia non gioca a rimpiattino, non si nasconde dietro agli alibi dei ritardi accumulati da altri, non si sottrae insomma ai suoi doveri e all’obbligo di dare risposte celeri e concrete alla collettività. È di un’altra stoffa Di Mattia. Non ama il piagnisteo (ricorderete i quotidiani post lacrimevoli di Dell’Aversana). Era ben conscio che candidandosi alla guida della città in caso di elezione gli sarebbero piovute addosso cascate di problemi. E ora che è al timone del Comune è consapevole che alla gente non interessa chi sono i colpevoli del disastro finanziario in cui oggi versa l’ente. La popolazione esige servizi efficienti e vuole amministratori locali all’altezza del compito. Di Mattia lo è sicuramente. Se fallirà saremo i primi a dargli addosso. Ma nella convinzione che il sindaco di Sant’Arpino ha dato tutto. Ha fatto il massimo. Con lui è stata marcata una linea di confine netta con il passato. Si guarda avanti. E, come lui stesso sottolinea, “bisogna farlo avendo una visione della città, una progettualità in grado di favorire la rinascita del paese”. Di Mattia possiede gli strumenti tecnici, politici e culturali per mantenere gli impegni assunti con la gente in campagna elettorale. L’incognita è la sua maggioranza: riuscirà a tenere il ritmo del primo cittadino? Vedremo. Nel primo anno di mandato il centrosinistra non ha brillato. Ma ha ottenuto già un primo importante risultato: ha condotto il Comune fuori dal guado del totale immobilismo amministrativo nel quale lo aveva condotto Dell’Aversana, che nell’ultimo anno di consiliatura non ha prodotto un bel nulla per il paese, se non una prolifica produzione social di liriche (pessime) e pensieri poetici (da Maalox). Seppur senza una partenza sprint con Di Mattia l’amministrazione comunale ha cambiato passo. Non va più a trotto. Galoppa. Tra mille difficoltà e ancora tanti ritardi. Ma ha fatto dimenticare il tempo dell’inoperosità cronica della passata gestione a guida Dell’Aversana. Certo, il difficile viene adesso. Un anno di rodaggio è più che sufficiente. Ora la macchina amministrativa deve ingranare la quinta. E viaggiare veloce. Nella video intervista, ad esempio, abbiamo parlato dei rifiuti presenti nel sottoscala del palazzo ducale, dell’inagibilità dell’edificio, degli impianti sportivi comunali da riaprire, dell’isola ecologica da ultimare, di un’ubicazione decente per la succursale di Sant’Arpino del liceo scientifico Siani di Aversa, un’eccellenza nel panorama didattico-formativo della Campania. Il sindaco non si è sottratto a nessuna domanda. Non ha svicolato mai. Dimostrando anche una grande umiltà, sinonimo in questo caso di intelligenza e sensibilità personale. È stato diretto anche quando lo abbiamo sollecitato sul presunto inciucio con l’opposizione: “Nessun accordo, la maggioranza non cambia, c’è solo maggiore collaborazione”. Sull’ormai proverbiale disaccordo con il consigliere di minoranza Salvatore Lettera il sindaco ha ammesso “di essere partito col piede sbagliato”. Chapeau. Infine Di Mattia, pur ribadendo che si batterà per tenere compatta la maggioranza uscita dalle urne, ha detto fuori dai denti che non “tratterrà nessuno con la forza, chi vuole andarsene lo faccia quando vuole, noi pensiamo a lavorare nell’interesse della popolazione”. È un punto delicato. Spieghiamolo col cucchiaino a un consigliere comunale sprovveduto sul piano culturale, in una sola parola “ciuccio”, e inadeguato sotto il profilo politico-amministrativo, in una sola parola incapace. Caro mio, ha detto il sindaco Ernesto Di Mattia (così abbiamo inteso noi), se te ne vuoi andare, lì c’è la porta. Se invece vuoi impegnarti per la città non ci sarà nessun ostacolo a proseguire il cammino insieme. Chiaro, no? Chissà. Come si dice? “A lavà a cap’ o ciuccio se perd’ l’acqua e ‘o sapone”.

Mario De Michele

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