Municipio di Orta di Atella

Nuovi sviluppi nelle indagini coordinate dalla Procura di Napoli Nord sul caso dei falsi certificati di residenza per permettere a cittadini brasiliani di conseguire la cittadinanza italiana. La polizia metropolitana di Napoli ha eseguito un’ordinanza, emessa dal gip del Tribunale di Napoli Nord su richiesta della Procura aversana, che dispone l’applicazione di misure cautelari nei confronti di 8 persone gravemente indiziate di associazione per delinquere, falso in atto pubblico e corruzione. In carcere invece il titolare di una società che aveva funzioni di intermediazione nel recepimento di richieste volte all’ottenimento della residenza e della concessione della cittadinanza italiana. Agli arresti domiciliari i vigili urbani Giuliano Mozzillo e Salvatore Aletta e Carmela Del Prete dell’ufficio Anagrafe, tutti e tra in servizio presso il comune di Orta di Atella, e un dipendente comunale di Frattaminore. Ai domiciliari anche altre tre persone che avrebbero fornito un contributo mettendo a disposizione alcuni degli immobili utilizzati per le finte iscrizioni di residenza e per aver prodotto e fornito falsi timbri ed effigi dello Stato, utilizzati per falsificare passaporti e dichiarazioni di presenza, nonché certificazioni estere attestanti presunte ascendenze da avi italiani.

Le indagini fanno seguito a quelle culminate circa un anno fa nell’esecuzione di misure cautelari nei confronti di alcuni funzionari del Comune di Villaricca (Napoli), concluse con una sentenza di condanna emesa dal gip del Tribunale di Napoli Nord il 31 gennaio scorso. Le successive indagini hanno svelato l’esistenza, anche nei Comuni di Orta di Atella e Frattaminore, di legami tra alcuni dipendenti in servizio all’Ufficio Anagrafe e di Stato Civile e i titolari di due società con funzioni di intermediazione i quali raccoglievano, almeno sulla carta, le richieste di residenza e di riconoscimento della cittadinanza italiana da parte di soggetti brasiliani, poi provvedevano ad alterare il regolare svolgimento delle procedure previste dalla legge per il riconoscimento della residenza e di conseguenza della cittadinanza italiana jure sanguinis. Il tutto era finalizzato a far risultare residenti cittadini brasiliani che, in realtà, non erano presenti nei comuni di Orta di Atella e Frattaminore, consentendo in tal modo di avanzare istanza per ottenere la cittadinanza italiana anche in assenza dei requisiti di legge. L’organizzazione, sfruttando gli immobili in cui i cittadini brasiliani avevano richiesto la cittadinanza italiana dichiarando falsamente di esservi residenti, si serviva del contributo di dipendenti comunali che, in cambio di somme di denaro e di altri regali, falsificavano gli atti, attestando false presenze nel comune e successivamente formavano falsi certificati di residenza, predisponendo in alcuni casi la documentazione completa relativa agli atti degli ascendenti dei richiedenti la cittadinanza.

L’associazione, grazie al rapporto corruttivo con i dipendenti dei Comuni, assicurava in tempi brevi il raggiungimento degli obiettivi dei richiedenti, creando le condizioni giuridiche necessarie per far ottenere loro la cittadinanza italiana o il rilascio di una carta di identità per valicare liberamente la frontiera di molti altri Stati, soprattutto europei. Le indagini hanno accertato che i mediatori incassavano, per ciascuna pratica, somme di denaro comprese tra gli 8mila e i 45mila euro (con un importo medio di 22mila euro) e che il giro di affari, tenuto conto del rilevante numero di pratiche evase, aveva raggiunto milioni di euro. Attraverso l’analisi di un’enorme mole di documenti elettronici ed informatici, è stata infine acquisita una dettagliata contabilità di cassa con precisi riferimenti anche agli importi corrisposti ai funzionari pubblici con l’indicazione delle pratiche “lavorate”.

A breve altri aggiornamenti

Mario De Michele

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