Olga Diana e Franco Matacena

Giocare duro è un conto. Ci sta. Giocare sporco è meschino. Si finisce nel fango. Sul caso Olga Diana in maggioranza stanno prevalendo gli avvoltoi. Quelli che si venderebbero anche la madre per non perdere la poltrona. Quelli visceralmente perfidi. Gli infami. Nelle ultime ore questi ometti, con abiti alla moda e col sorriso falso stampato sul viso, si sono messi in moto per far fuori l’assessore all’Ambiente. Non basta più la rimodulazione delle deleghe. Deve scattare la ghigliottina. Per due motivi. Il primo è scaricare tutte le responsabilità del disastro amministrativo, ormai sotto gli occhi di tutti, sull’ex esponente di Aversa Moderata. Il secondo è dettato dall’antica logica della “mors tua vita mea”.

Lo scalpo di Diana serve per restare in sella a soggetti che ormai non rappresentano più nemmeno sé stessi. Sbruffoni scomparsi dal mondo politico e manifestamente incapaci di governare la città. Talmente fuffa da far rimpiangere i “dilettanti allo sbaraglio”. Con l’aggravante della perfidia congenita. Ed ecco l’intensificarsi delle trame sottobanco per assestare il colpo di grazia a Diana. “Non è all’altezza del suo compito”, sostengono i congiurati. Va bene. Ma bisognerebbe essere onesti almeno intellettualmente, pretendere altro sarebbe un po’ troppo. Quali sono gli assessori che finora si sono dimostrati all’altezza del compito? Passiamoli rapidamente in rassegna partendo dai meno peggio. Mariano D’Amore, Orlando De Cristofaro e Francesco Sagliocco hanno fatto la loro parte. Non sono mancati gli inciampi. La tempistica all’ultimo respiro per approvare il rendiconto non depone a favore di D’Amore, espressione del sindaco Franco Matacena. Ma nel complesso è stato svolto un lavoro intenso, culminato con la restituzione del Fondo di rotazione per la stabilità finanziaria degli enti locali.

Orlando De Cristofaro

Anche De Cristofaro di Immagina Aversa si è mosso discretamente, con l’eccezione, non irrilevante, di aver proposto l’autorizzazione alla famiglia Tulipano, imparentata con il consigliere Massimo Virgilio, di realizzare 4 campi da padel a ridosso del cimitero. Alla luce del traffico soffocante sarebbe stato più logico destinare l’area a parcheggi. Per fortuna il progetto è rimasto per ora sulla carta. Un ripensamento sarebbe auspicabile in vista dell’attuazione del nuovo piano traffico. Infine Sagliocco. Dopo un avvio claudicante il rappresentante di Noi Aversani si è rimesso in carreggiata, ma per un giudizio più definito bisognerà attendere la fine dei lavori al cimitero e come sarà manutenuto il luogo di sepoltura.

Adesso le note stonate. Non pervenuta l’assessore Tania Barella. L’esponente di Aversa Azzurra è come uno spettro che si aggira sul comune, per mutuare un noto filosofo. Certo, le deleghe non aiutano, anzi in qualche caso spingo al riso, come quelle alla Toponomastica e alla Programmazione scolastica. Deludente anche Eufrasia Cannolicchio di Aversa Moderata. Non c’è stata una svolta, quanto meno non si è percepita, nel campo delle Politiche sociali. Per quanto riguarda la viabilità peggio che andar di notte, come dimostrano i primi gravi disagi dovuti alla rivisitazione in peggio della Ztl. Senza dimenticare il rischio di perdere due finanziamenti da 500mila euro che forse si recupereranno per i capelli soltanto grazie all’intervento di Giovanni Innocenti, presidente dell’assise e leader del movimento politico-consiliare.

Alfonso Oliva

Più che Olga Diana, l’artefice del vero disastro amministrativo è il vicesindaco Alfonso Oliva. Il promotore di Aversa, Italia è un Re Mida all’incontrario (clicca qui). Sul piano della legittimità degli atti ha compiuto due capolavori memorabili. Ha inviato una nota agli avvocati, categoria alla quale appartiene, per comunicare che il loro credito verso l’ente, derivante da un titolo giudiziario, era stato riconosciuto come debito fuori bilancio. A quanto ci risulta, in Italia, inclusa Aversa, è ancora in vigore il principio di separazione tra funzioni di indirizzo politico e gestione amministrativa. Seconda opera d’arte: sostituendosi alla giunta ha richiesto a un dirigente di appostare mille euro per il fitto del Cimarosa senza la previa approvazione di una delibera dell’esecutivo. Anche in questo caso in palese violazione del suddetto principio della separazione, al punto che il dirigente ha dovuto annullare in autotutela la determina.

Sul terreno politico-amministrativo Oliva si è guadagnato meritatamente l’appellativo popolare di assessore alla Pubblica distruzione per lo stato di degrado degli istituti aversani. Per conferma chiedere ad alunni e genitori. Ma il meglio di sé lo ha espresso, nella veste di assessore ai Grandi eventi, in occasione delle festività natalizie racchiudibili in tre iniziative peculiari: le casette in piazza Vittorio Emanuele, le luminarie sull’Arco dell’Annunziata e il Capodanno in piazza Municipio. Le casette sono rimaste quasi tutte chiuse. Le luminarie sono state smontate su diffida della Soprintendenza dei Beni culturali. Il Capodanno non si è svolto. Tre colpi da maestro che hanno reso il “Natale ad Aversa” una manifestazione indimenticabile. Se Diana non è stata all’altezza del compito, Oliva non è stato all’altezza del compito al cubo.

Federica Turco e Francesco Sagliocco

Arriviamo al nuovo assetto in maggioranza. Dopo la sua adesione a Forza Italia e l’addio ad Aversa Moderata, l’assessore all’Ambiente non ha più un sostegno politico-consiliare. Verissimo. Ma Innocenti non ha chiesto la sua cacciata dalla giunta. Si è limitato a “pretendere” alcune sue deleghe. Legittimo e sacrosanto. Sulla stessa linea anche il capogruppo di Noi Aversani Federica Turco. Ma in queste ore è scattata l’offensiva per liquidare Diana perché è rimasta “orfana”. Okay. Numeri alla mano, ad Aversa Moderata spetta l’indicazione del nome dell’eventuale nuovo assessore. Immagina Aversa resta invariata. I sagliocchiani devono mollare qualcosa per aver perso il consigliere Ivan Giglio. Ad Aversa Azzurra toccano due posti, uno in più perché il gruppo è passato da 2 a 4 membri, con l’ingresso di Giglio e Adele Ferrara. E Aversa, Italia, alias il vicesindaco Oliva, deve salutare l’esecutivo e ringraziare a vita gli alleati per l’eccessivo spazio già ottenuto finora. Infatti non si spiega perché il povero Raffaele De Gaetano de Il Centro per Aversa debba continuare a essere trattato come il brutto anatroccolo. Il settimo posto, quello di D’Amore, spetterebbe a Matacena. Almeno un assessore lo facciamo esprimere al sindaco o no?

Conclusione. Se si mette mano all’esecutivo, sbarazzandosi di Diana, bisogna ridisegnare l’intera squadra di governo. Per farlo si deve partire dai numeri, quelli nuovi e reali, non quelli fittizi del voto alle comunali. Se si ritornasse oggi alle urne la coalizione civica non supererebbe il 50% nemmeno se il candidato sindaco fosse Santa Rita, quella dei miracoli impossibili. Quindi va rispolverato lo stesso manuale Cencelli utilizzato per formare l’attuale giunta, altrimenti il caso politico Diana si trasformerebbe nel caso personale Olga. E il risultato sarebbe quello di farla passare come la vittima di una congiura di Palazzo. Con la sua conseguente beatificazione. Gli officianti-avvoltoi abbiano almeno la decenza di metterci la loro brutta faccia.

Mario De Michele

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