di Mario De Michele

Gennaro Oliviero che pretende il tesseramento Pd di Caserta è come Erode che vuole dirigere una scuola materna. Non contento del disastro compiuto nella campagna adesione 2022 con la platea degli iscritti gonfiata all’inverosimile fino a toccare quota 6.800 il presidente del consiglio regionale della Campania torna alla carica. Nei giorni scorsi ha sottoscritto assieme ai suoi fedelissimi un documento per chiedere la “normalizzazione” del partito con lo svolgimento del congresso provinciale. Che male c’è? Nulla, se non fosse che il Pd di Terra di Lavoro non è “normale” proprio per la presenza di personaggi come Oliviero. Che, è storia nota, ha boicottato il partito alle ultime politiche intimando alle sue truppe di non andare a votare perché i capilista a Camera e Senato erano rispettivamente Stefano Graziano e Susanna Camusso. L’ex segretario della Cgil è stato nominato da Elly Schlein commissario dei dem casertani dopo il tesseramento monstre diventato uno scandalo nazionale. Negli ultimi due giorni utili Oliviero calò sul tavolo addirittura duemila nuovi iscritti per impossessarsi del partito e dettare legge alle primarie del 26 febbraio. Ma il blitz finì male: la commissione nazionale per il congresso non approvò la platea degli iscritti, Schlein fu eletta a sorpresa leader nazionale e l’indecente offensiva di Oliviero fu neutralizzata. Sei mesi dopo il timoniere del parlamentino campano ci riprova. È già armato fino ai denti per aprire un’altra guerra sanguinaria nel Pd casertano. Dal tesseramento choc a oggi cos’è cambiato nei dem di Terra di Lavoro? Nulla. Anche per colpa della Camusso che ha avuto un approccio troppo timido ed evanescente. Per rimettere le cose a posto serviva la linea dura. La senatrice non ha mai sbattuto i pugni sul tavolo. Grida ancora vendetta il caso Sessa Aurunca. Nella città di Oliviero in percentuale si è registrato il numero più alto di tesserati d’Italia. Tutti si sarebbero aspettati il commissariamento del circolo nel giro di 48 ore, invece Camusso ha preferito l’immobilismo ad un’azione decisa quanto necessaria. In buona sostanza lo stato di salute del Pd casertano è rimasto identico: coma profondo. E tutte le spinose questioni sono rimaste irrisolta. Nessun nodo è arrivato al pettine. Riproporre il tesseramento in queste condizioni sarebbe un suicidio politico. Non solo. In un partito chi sbaglia paga. Ed è incomprensibile come mai non sia stato ancora presentato il conto a Oliviero per il boicottaggio del Pd alle politiche e per il dopaggio del tesseramento. Solo così si potrà aprire la stagione della rigenerazione. Solo così il Pd di Caserta diventerà finalmente un partito normale.

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