Pugno duro, questo è certo. Ma anche il dubbio di qualche forzatura punitiva. A pochi giorni dalla richiesta del pm Dongiacomo di rinviare a giudizio 63 persone nell’ambito dell’inchiesta sugli abusi edilizi ad Orta di Atella il sindaco Andrea Villano non ha perso tempo. Senza pensarci su due volte ha deciso che il Comune si costituirà parte civile nell’eventuale processo. L’Ente è parte offesa nel procedimento penale in corso. Non può che essere apprezzata la decisione del primo cittadino di tutelare gli interessi dell’amministrazione e dei cittadini. La legge non prevede obblighi per Villano. La costituzione di parte civile non è un atto dovuto. È stata una scelta politica caldeggiata fin da subito dal sindaco come anticipato da Campania Notizie. Immediato il sostegno di Coraggio, allora guidato dal defenestrato Pasquale Ragozzino. Il nuovo leader del movimento Anna Castelli, che dopo essersi “liberata” del cugino sta finalmente esprimendo le sue potenzialità, non ha mutato posizione. Anzi il consigliere di maggioranza è stata tra quelli più in linea con l’orientamento di Villano. Sintonizzato sulla stessa lunghezza d’onda anche Eduardo Indaco. Il promotore della lista Noi Ortesi ha dato un convinto via libera al sindaco.

A ruota anche Campania Libera e Scegli Orta. La costituzione di parte civile è stata messa nero su bianco nell’ultima seduta di giunta. “Abbiamo voluto dare un segnale chiaro – afferma Villano – che va nella direzione della legalità e della salvaguardia del Comune e della collettività”. Dicevamo all’inizio che la linea della fermezza è pienamente condivisibile. Lascia perplessi invece la misura draconiana adottata nei confronti di Adele Ferrante e Francesco Silvestre, entrambi indagati. Neanche il tempo che la commissione disciplinare fosse nominata che è scattato in un batter di ciglia il provvedimento di sospensione dal servizio per i funzionari comunali, entrambi indagati. Ferrante, capo dell’ufficio tecnico, e Silvestre, responsabile dell’area Finanziaria, resteranno a casa per 30 giorni, a partire dal 21 dicembre, in attesa del pronunciamento del gup sulla richiesta di rinvio a giudizio. L’udienza è fissata per il prossimo 28 gennaio al Tribunale Napoli Nord.

In questo caso il decreto Madia non obbliga l’Ente a sospendere i dipendenti pubblici. Lascia spazio a una valutazione. E a nostro avviso la sospensione di Ferrante e Silvestre è un atto poco garantista ed eccessivamente punitivo. Non siamo di fronte nemmeno ad un rinvio a giudizio. La Costituzione prevede che si è innocenti fino alla condanna definitiva in terzo grado. Un po’ troppo sospendere dal servizio due funzionari perché sono indagati. Nel caso del capo dell’Utc sorge il sospetto che si tratti di una sculacciata per lo scontro in atto tra lei e Raffaele Villano, responsabile delle Politiche del territorio, cugino del sindaco. La Ferrante ha bocciato il permesso di costruire rilasciato dall’ingegnere Villano per la realizzazione di un centro commerciale in via Troisi nel Parco Quadrifoglio. L’immobile è abusivo. Nel bel mezzo del braccio di ferro tra i due arrivata la punizione per la Ferrante. Non la pensa così il primo cittadino. “Nessuna ritorsione, ci mancherebbe altro”, rimarca Villano. Che aggiunge: “È un provvedimento di garanzia anche per i due funzionari in attesa della decisione del giudice. Lavorare con poca serenità avrebbe danneggiato loro stessi e il Comune”.

E con i furbetti del cartellino come la mettiamo? I dipendenti assenteisti sono già sotto processo. Eppure l’ex sindaco Giuseppe Mozzillo “congelò” i provvedimenti disciplinari. Cosa ancora più grave, sarebbe meglio dire inconcepibile, non dispose nemmeno la costituzione di parte civile. L’attuale amministrazione potrebbe “scongelare” l’iter e sospenderli dal servizio. “È una situazione diversa anche se la loro posizione giuridica è più grave perché sono stati rinviati a giudizio. Se sospendessimo tutti quelli sotto processo per assenteismo dovremmo chiudere il municipio e chiedere l’intervento del prefetto”. Sarà pur vero. Ma non si può fare figli e figliastri. Altrimenti viene il dubbio che la sospensione di Adele Ferrante sia una “lezione” per farla rientrare nei ranghi. Un modo per dirle: non ostacolare il manovratore.

Mario De Michele

 

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