Stato di emergenza all’isola del Giglio per il rischio di disastro ambientale legato al recupero delle oltre 2300 tonnellate di carburante stipate nei serbatoi della nave Costa Concordia. Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha annunciato in audizione al Senato la predisposizione del decreto nel Consiglio dei ministri di domani.

“In attesa di questo provvedimento – ha spiegato Clini – è stata già adottata dalla capitaneria di porto la delibera per la dichiarazione dello stato di emergenza locale, che è già attiva per prevenire danni sulla costa per l’eventuale dispersione del carburante”. Per l’operazione “dovrebbero essere necessarie non meno di due settimane”, ha precisato Clini. Lo stesso ministro ha preannunciato l’esame in Cdm del decreto sulle rotte a rischio. Via, dunque, le navi grandi e pericolose dalle aree più sensibili, a partire dall’arcipelago toscano e dalla laguna di Venezia. Il governo, ha spiegato Clini, è al lavoro per definire i criteri in base ai quali “gli organismi competenti, le Capitanerie di porto, devono regolamentare le rotte”.

Criteri che dovranno tenere conto della stazza delle imbarcazioni e della distanza da mantenere dalla costa. Quello al quale sta lavorando l’esecutivo, ha proseguito Clini parlando con i giornalisti, è un decreto interministeriale applicativo di una legge che già esiste, la 51 del 2001, “mai utilizzata. Non so perché, andrebbe chiesto ai precedenti ministri degli ultimi dieci anni”. “Alto rischio”. “La nave è in equilibrio precario ed è esposta al rischio di scivolamento, che è molto alto e molto condizionato dalla modificazione delle condizioni climatiche – ha spiegato Clini nella sua informativa -. Alla compagnia e alla capitaneria abbiamo chiesto di predisporre tutte le iniziative possibili, anche se questa è un’operazione tecnicamente complessa”.

Nel caso “sciagurato” in cui la nave dovesse scivolare a una profondità di 70-90 metri, “quello che ci possiamo augurare è che non si spezzi e non si aprano i serbatoi”, altrimenti “bisognerà predisporre un altro piano di recupero del carburante”. Un piano per ancorare la Costa Concordia con 21 funi d’acciaio, scongiurandone lo scivolamento negli abissi, è stato inviato da uno studio marchigiano, Bocci and Partners di San Ginesio (Macerata), alla Direzione marittima di Livorno, al ministero dell’Ambiente e alla Costa Crociere. Per il futuro, ha aggiunto Clini, “in considerazione della rilevante quantità di oli e combustibili stivati nei serbatoi delle navi da crociera”, il governo potrebbe adottare a breve “misure precauzionali” per la costruzione di “tutte le navi il cui tonnellaggio richieda uno stoccaggio di combustibile a bordo oltre un certo limite”. Il ministro dell’Ambiente ha fatto riferimento alle normative internazionali “che applicano la sicurezza del doppio scafo alle navi che trasportano prodotti petroliferi”. Riprese le ricerche dei dispersi. Ma la priorità resta rintracciare i dispersi della nave Costa Concordia, ha sottolineato ancora il ministro Clini. Il bilancio aggiornato del naufragio della costa è di 11 vittime, 21 dispersi e 5 corpi ancora da identificare.

Le ricerche sono riprese e si è potuto operare in sicurezza. Una corsa contro il tempo, perché le condizioni meteo sono in peggioramento. Sono state intanto identificate due vittime: si tratta di due cittadini francesi, Jeanne Gannard e Pierre Gregoire. “E’ meglio non parlare, sono addolorato”, queste le uniche parole del console francese all’ospedale della Misericordia di Grosseto per il riconoscimento ufficiale. Le salme sono state rimpatriate. Stamane i palombari della Marina militare hanno aperto tre nuovi varchi a 18 metri di profondità, sul ponte 4, in corrispondenza del corridoio di destra, immerso, che conduceva alle zone di abbandono nave. Attraverso i varchi, una squadra di sub speleologi ha perlustrato per 72 minuti corridoi e ambienti, dal centro verso prua, fino alla porta tagliafuoco che si apre sugli alloggi dell’equipaggio. “Siamo partiti alle 15.20 – racconta il coordinatore degli speleosub veneti Giuseppe Minciotti – abbiamo percorso corridoi dove la visibilità era accettabile, entrando in una cabina e altri ambienti interni”.

Lungo il tragitto gli speleosub hanno srotolato una sagola, il ‘filo d’Arianna’, che permetterà ai sub che li seguiranno di ritrovare il percorso segnalato senza difficoltà. “Abbiamo individuato due accessi, uno sul teatro, già visto ieri, e un altro su una cabina passeggeri, dove siamo entrati a fine immersione. Siamo arrivati all’ingresso degli alloggi dell’equipaggio che potranno essere velocemente raggiunti dagli speleosub che scenderanno dopo di noi. Ovunque abbiamo visto oggetti di ogni tipo: scarpe, borse, sdraio e salvagenti. Siamo entrati in alcune cabine e le abbiamo trovate completamente sottosopra”.

Nei prossimi giorni è atteso l’arrivo dei carabinieri del Ris. I pm stanno cercando la giovane straniera. Diversi testimoni hanno detto di averla vista sulla plancia insieme al comandante Schettino e agli altri ufficiali al momento dell’impatto. E’ Domnica Cemortan, ha 25 anni, e alla televisione moldava Jurnal tv che l’ha intervistata dopo il naufragio, ha confermato di essere stata con il comandante. Ha anche detto di essere una dipendente della Costa, che sulla Concordia si trovava però in vacanza. Potrebbe essere la stessa donna che fino alle 21.05 era a cena con il comandante.

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