Sono passati a tre i manichini impiccati, appesi dal tetto dello stabilimento dai lavoratori della Simmi ad Acerra (Napoli), che da venerdì scorso protestano sul solaio della fabbrica che produce, tra l’altro, cablaggi e schermi di aerazione per treni, contro la mancata assegnazione di codici fornitori da parte di Ansaldo Breda. I lavoratori sostengono che faranno penzolare dal tetto dello stabilimento, nei prossimi giorni, altri manichini, fino ad arrivare a 230, il numero di dipendenti della Simmi che rischiano, da agosto, quando terminerà la cassa integrazione in cui versano da tre anni, di restare senza lavoro.

“Dopo i manichini toccherà a noi – urlano dal tetto della fabbrica – perché senza lavoro, senza futuro, non sappiamo come sfamare i nostri figli. Ogni giorno appenderemo qualche manichino, fino a quando Ansaldo Breda non ci assegnerà i codici fornitori per le commesse, come ha fatto con le due società casertane, che producono gli stessi componenti che facciamo noi. Non possiamo andare avanti così, la maggior parte di noi si è indebitata fino al collo per poter portare avanti le proprie famiglie. Ci vergogniamo a guardare negli occhi i nostri bambini e dire loro che il papà non ha più un lavoro che possa soddisfare i bisogni della famiglia. Si vergognasse anche chi ci ha messi in queste condizioni. Quando i manichini saranno 230 – concludono – cominceremo a lanciarci di sotto anche noi”.

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