Non solo la manovra ma anche le riforme al centro del vertice fra la premier Giorgia Meloni e gli altri leader di maggioranza: il leader ella Lega Matteo Salvini, quello di FI Antonio Tajani, e i centristi Maurizio Lupi e Lorenzo Cesa. Raggiunto l’accordo su Manovra e premierato. Come maggioranza, “siamo d’accordo anche sul testo sulle riforme che verrà rappresentato al prossimo Consiglio dei ministri”. Così il vicepremier Antonio Tajani uscendo da Palazzo Chigi al termine del vertice di maggioranza.’ Il testo del disegno di legge sarà esaminato dal Consiglio dei ministri previsto per venerdì 3 novembre”. Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi. “Oggi a Palazzo Chigi la maggioranza ha dato il via libera alla presentazione del mio disegno di legge sulla riforma costituzionale nel Consiglio dei ministri dì venerdì 3 novembre. Ancora una volta il centrodestra si conferma compatto. Abbiamo fatto un grande passo avanti verso la ‘riforma delle riforme’ che darà stabilità al Paese e restituirà centralità al voto dei cittadini con l’elezione diretta del premier”. Lo scrive sui social la ministra delle Riforme istituzionali, Elisabetta Casellati. “Sull’elezione diretta del presidente del Consiglio c’è stato un ottimo lavoro del nostro ministro Maria Elisabetta Alberti Casellati. Penso sia giunto finalmente il momento di far contare di più i cittadini nella scelta dei loro rappresentanti” aveva anticipato in mattinata il portavoce di Forza Italia, Raffaele Nevi. “Abbiamo condiviso tutto il contenuto che ci è stato proposto, penso che il Consiglio dei ministri questa settimana approverà il disegno di legge e poi ci sarà il suo iter”. Così il leader di Noi moderati, Maurizio Lupi, ha confermato l’intesa di maggioranza raggiunta sul premierato nel vertice sulle riforme. Su eventuali modifiche riguardo i senatori a vita, Lupi non si è sbottonato: “Lasciamo al Cdm la possibilità di proporre il disegno di legge costituzionale e illustrarlo. L’importante è che ancora una volta la maggioranza è compatta sui punti cardine con i quali si è presentata alle elezioni”. Con l’introduzione del premierato arriverà anche lo stop alla nomina di nuovi senatori a vita da parte del presidente della Repubblica: la cancellazione dell’istituto, secondo quanto si apprende da fonti di governo, compare nel ddl costituzionale che manterrà la figura del senatore a vita solo per gli ex presidenti della Repubblica. Gli attuali senatori a vita di nomina quirinalizia dovrebbero rimanere in carica fino alla fine del loro mandato. “Parlano di ‘premierato all’italiana’ per darsi un tono. Ma la verità è che la riforma istituzionale ideata dalla destra toglie forza e autorevolezza al Capo dello Stato e al Parlamento, azzoppandoli e stravolgendo pericolosamente equilibri essenziali della Costituzione”. Lo scrive su X il senatore Dario Parrini, vicepresidente della Commissione Affari costituzionali. “In arrivo venerdì in Consiglio dei ministri una riforma di buonsenso. Niente governi tecnici, ribaltoni, cambi di maggioranze e partiti al governo, niente nomine di nuovi senatori a vita. Il voto degli italiani conterà finalmente di più”. Lo scrive sui social il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini.

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