di Ginorossi

Mi piace, ma tanto, il verso che sta prendendo questa rubrica. Amici e conoscenti cominciano a segnalare gruppi musicali al loro debutto discografico, giovani che cercano di realizzarsi attraverso la musica, che è una fra le più alte forme di espressione, a dimostrazione che la nostra regione è viva artisticamente e culturalmente in barba ai tanti luoghi comuni che la dipingono solo come arretrata, assistita e violenta.

Qui mancano principalmente le strutture e i servizi per mettere in condizione i giovani di potersi esprimere liberamente. Dopo i napoletani “Gentlement’s Agreement” ci trasferiamo nella provincia, nel caso specifico, fra Grumo Nevano e Frattamaggiore, dove ci sono stati artisti che hanno avuto un ruolo importante nel panorama musicale nazionale. Solo per fare qualche nome, Franco Del Prete ottimo batterista (ex Showmen) poi con James Senese (Napoli Centrale) ed oggi leader dei Sud Express, il compianto Franco Schiavitelli anch’egli eccellente batterista di Totò Savio autore insieme a Bigazzi di centinaia di canzoni di successo tra cui la famosissima “Cuore matto”.

Il mio pensiero è andato subito a loro quando mi è stato segnalato l’album del debutto di questa promettente band di Grumo Nevano “Areph”. Ma dove hanno scovato questo nome? Che cosa significa? Mi metto al lavoro e detto molto brevemente trovo che il termine deriva dal fenicio “aleph” e sta a indicare la lettera alfabetica “A” che è poi anche la prima lettera nell’alfabeto delle lingue ebraica, araba, greca, latina. In ebraico corrisponde anche al numero 1, anche per questo il primo uomo sulla terra si chiama Adam. Nel suo racconto “Aleph” lo scrittore argentino Jorge Luis Borges usa il termine per prospettare un punto da cui è possibile osservare tutti i punti dell’universo.

Col tempo poi il termine si trasforma in “Areph” e sta a indicare il concetto dell’unione di realtà differenti che riescono a convergere in una sola identità. Hai capito i giovanotti da dove sono partiti per spiegare la loro musica? La ricerca e la contaminazione di diversi generi musicali che però mantiene una propria identità. Areph è una band molto giovane nasce nel 2009 su impulso del cantante/bassista Valerio Iovine cui si aggrega Vittorio D’Angelo (batteria) e Vittorio Reccia (chitarrista e voce). In seguito il gruppo assume il suo attuale assetto con l’ingresso di Giuseppe Paribello al piano. Iniziano così a fare serate nei club e in manifestazioni musicali, dove eseguono i loro primi brani e covers dei Beatles, Queen, Oasis, Hendrix. Nel marzo 2011 pubblicano due singoli “Why” e “ You are the man” e a maggio dello stesso anno partecipano alla XIV edizione della rassegna musicale pop rock Senza Etichetta, la cui giuria è presieduta da Mogol.

In questa importante rassegna Valerio si aggiudica come autore di “Why” il Premio Categoria Autori. Vince una borsa di studio che gli permetterà di frequentare un corso di alta formazione presso la scuola di Mogol, il Centro Europeo di Toscolano di Terni. Sulla scorta di questo importante riconoscimento il gruppo decide di produrre questo primo lavoro che prende il titolo dal nome del gruppo. L’album formato da undici tracce, si caratterizza per la buona qualità dei brani e i testi, in inglese, sono tutti scritti dagli elementi del gruppo.

Tranne tre brani, due di matrice apertamente rock “You are the man”, “Rock’ n’ roll” e “As she comes” un ritmo funky soft molto godibile con una chitarra che esegue trame molto efficaci, tutti gli altri brani sono di chiara ispirazione pop anglosassone, molto ben arrangiati ed eseguiti. Tra queste si fanno apprezzare “People” che apre l’album e “Could I Fly”. Ma gli episodi più belli dell’album sono la decorata “Why”, “No time for tears” e “Just for you” in cui gli Areph a mio avviso riescono ad esprimere il meglio di se eseguendo un pop pregevole e molto elegante. Si trovano in questi brani sonorità che rimandano a formazioni del livello degli “Oasis” ma ancor di più io credo dei “Tears for Fears”. Cori, variazioni armoniche, uso di tastiere, assoli di chitarra, insomma brani ben confezionati.

A tutto ciò va aggiunto che la copertina dell’album si presenta con una grafica molto originale ed elegante, disegnata da un giovane fumettista molto apprezzato all’estero, Giuseppe Ricciardi detto “Iko. Mi sono posto il problema, come nella precedente recensione, se il metro da usare nel giudicare questi debutti, i cui musicisti fanno tutto da sé, dalla composizione alla produzione agli arrangiamenti, possa essere uguale a quello dei dischi di artisti già affermati. Mi sono risposto sicuramente di no, poiché questi ultimi hanno alle loro spalle arrangiatori e produttori che permettono loro di lavorare nelle situazioni ideali.

Tanto per capirci di quanto sia importante tutto ciò porto l’esempio di un artista come Zucchero che ha attenuto la piena consacrazione solamente quando è stato prodotto da quel “mago” di Corrado Rustici (ex chitarrista degli Osanna gruppo napoletano degli anni ’70) che ha anche arrangiato il suo migliori album “Blues. Quindi il mio parere positivo su quest’album degli Areph va letto anche alla luce di queste considerazioni. Non è perfetto, certo, in alcuni brani ci sarebbe voluta più energia, in altri avrebbero potuto essere più travolgenti, forse per il genere musicale che producono ci sarebbe bisogno di ampliare il gruppo con qualche altro elemento per rendere più ariose le belle composizioni che scrivono.

D’altra parte credo che c’è da tener presente il fatto che Areph è una band molto giovane i cui elementi stanno insieme da pochi anni e che solo facendo esperienza attraverso i concerti, sulle tavole come si dice in gergo, potranno superare qualche inevitabile difetto che emerge da questo primo lavoro.

Gruppo – Areph

Album – Areph

Genere – Rock/Pop

Pubblicato – 10/2011

Etichetta – Quadraplus Records



 

Tracklist:

1. People

2. Could I Fly

3. Rock n’ Roll

4. Wind and Sand

5. 4 AM

6. You are the man

7. As she comes

8. Why

9. No time for tears

10. Just for you

11. …for you

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