di Ginorossi

E’ arrivato nei negozi, lunedì 19, l’atteso album dei Superheavy, (Mick Jagger, Dave Stewart, Joss Stone, Damian Marley e il compositore indiano A.R. Rahman) presentato in anteprima su questa rubrica con il titolo “Supertosti”.

Il progetto, nato nel 2010 da un’idea del chitarrista degli Eurythmics Dave Stewart, ha partorito questo primo album registrato in varie capitali e preceduto dal singolo “Miracle worker” uscito a luglio. L’intenzione della band era quella di creare un mix innovativo, cercando di fondere i generi musicali dei vari artisti della band, il rock, il soul, il reggae e la musica indiana. Ci sono riusciti? A questo proposito mi viene alla mente una frase del grande Bob Marley (padre di Damian) che per spiegare il senso della sua musica disse: ”I soldi non contano, la musica conta. Quando i discografici pensano prima al denaro che alla musica, la musica non avrà il valore che loro pensano abbia”.

Quando si riuniscono tanti artisti per un progetto così ambizioso in cui la casa discografica impegna grossi investimenti come le sedute d’incisione sparse per il mondo e i costi di un grande battage pubblicitario, il risultato non può che inficiare l’idea originaria, cioè sperimentare una nuova forma musicale. Infatti, la prima critica che va sollevata riguarda l’intento un po’ commerciale dell’album, la cui musica stizza l’occhio prevalentemente a un reggae corretto in chiave pop, sintetizzata nel singolo Miracle worker che ne ha preceduto la pubblicazione, ballabile, accattivante insomma buono per scalare classifiche.

Non per questo l’album sia da buttare, perché nonostante tutto s’intravvede lo sforzo di fondere varie culture musicali attraverso una colorazione esotica e multietnica, tanto che qualche critico musicale l’ha definito un album “meticcio global del terzo millennio”. Formato da dodici brani nella versione normale e da ben sedici in quella Deluxe che contiene anche una versione “reprise” di Miracle worker più ritmata, l’album si presenta con una custodia molto elegante su cui è raffigurata la faccia di un leone che è il simbolo della Jamaica.

Come già detto, la maggior parte delle tracce propongono un reggae/pop aggiornato alle varianti più moderne del “raggamuffin”, del “dub” e del “rap”, in cui Mick Jagger e Damian Marley sono onnipresenti. Alcuni brani “Undercover of the night” e “I can’t take it anymore”, che è il brano più rock della raccolta, richiamano le tipiche sonorità dei Rolling Stones. Una bella ballata semiacustica è “Never gonna change” che resta l’unico episodio “classico” dell’album con Jagger sempre protagonista. I vocalist si intercambiano nelle loro esecuzioni, creando una diversità che rende l’ascolto dell’album molto piacevole e vario come nel brano “One day one night” in cui Jagger, Damian (che qui ricorda in modo impressionante la voce di Bob) e la Stone si alternano in un crescendo e sovrapposizioni di voci davvero notevole.

Gli episodi più importanti e nuovi del disco sono però rappresentati nelle tracce interpretate di A.R. Rahman, che tra l’altro esegue uno dei brani più belli dell’album in lingua urdu, “Satyameva jayathe (La verità da sola trionfa). Non sono da meno i duetti vocali fra Jagger e Joss Stone in “One day, one night”, una ballata elettronica sottolineata dal suono del violino, mentre la grintosa giovane e bella cantante soul svetta in una radiosa interpretazione di “Beautiful people”, un altro brano molto riuscito.

Miracle worker merita invece un discorso a parte. Scelto per rappresentare il manifesto del progetto in realtà ne è un poco il punto debole per la sua impostazione fin troppo orecchiabile e commerciale. Il brano è stato lanciato assieme al video, molto bello nei colori e divertente come idea. L’apparizione nel video poi di Mike Jagger è davvero spettacolare, quando esce in strada dal suo negozio e inizia a cantare la sua parte del brano vestito color fucsia, cravatta e scarpe in tono. Un gran bell’impatto. Mike si conferma ancora la più grande rockstar sulla scena musicale.

Cos’altro dire. Come nel calcio undici campioni non formano necessariamente una grande squadra, in campo musicale cinque grandi artisti non incidono automaticamente un ottimo disco, perché, come nel calcio, la musica non è una scienza esatta, pur trovandoci di fronte ad un album che non è assolutamente da disprezzare. Grande ritmo, ottime esecuzioni, brani niente affatto scadenti, buona registrazione. Viste le dichiarazioni della vigilia, ci si aspettava però qualcosa che andasse “oltre”.

Una maggiore presenza di A.R. Rahman che nei brani in cui è protagonista porta un vento di novità e sonorità diverse, non sarebbe guastata. Dave Stewart, che si è ritagliato una parte defilata limitata quasi ai soli arrangiamenti e a fare il regista delle operazioni, avrebbe potuto regalarci qualche assolo di chitarra in più per rendere il disco più completo sotto l’aspetto musicale. La frase del grande Bob Marley ci indica forse il limite di questo album.

La versione Deluxe ci presenta altri quattro brani “Mihaya”, “Warring people”, “Common ground” e “Hey captain” che sono più caratterizzati musicalmente con atmosfere indiane, meno commerciali e in cui si sente una maggiore presenza di A.R. Rahman, per cui volendolo acquistare conviene scegliere questa versione. In conclusione il progetto “Superheavy” poteva essere migliore, ma bisogna ammettere che correva il rischio di essere anche peggiore, visti i totali fallimenti di simili esperienze.

Infatti qui i due vecchietti del supergruppo (Jagger e Stewart) riescono a reggere bene il confronto con artisti molto più giovani e con differenti stili musicali. Alla fine risulta un disco piacevole e per certi aspetti nuovo, che si fa scoprire ascoltandolo brano per brano, un poco alla volta.

 

Gruppo – Superheavy

Album – Superheavy

Genere – Rock

Pubblicato – 16/09/2011

Etichetta – Polydor




Tracklist:

1. Superheavy

2. Unbelievable

3. Miracle worker

4. Energy

5. Satyameva jayathe

6. One day one night

7. Never gonna change

8. Beautiful people

9. Rock me gently

10. I can’t take it no more

11. I don’t mind

12. World keeps turning


L’edizione Deluxe offre questi brani aggiuntivi:

13. Mihaya

14. Warring people

15. Common ground

16. Hey captain

17. Miracle worker

 

 

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