Alla Juventus sono arrabbiatissimi con Mirko Vucinic, anche se lo mascherano con i sorrisi. Antonio Conte ha sorriso un po’ meno, oggi, quando ha rivisto il montenegrino e gli ha fatto notare quello che sapeva gia’: con il suo sciocco comportamento ha probabilmente tolto due punti alla propria squadra. Il tecnico lo ha gia’ fatto capire ieri sera, quando ha spiegato: ”Quando dico che bisogna lavorare, intendo in tutti i settori”.

Cioe’ anche sulla testa. Non c’e’ voglia di soffermarsi sui tanti aspetti positivi della serata con il Bologna, segno inquivocabile di mentalita’ vincente. Quindi, l’allenatore juventino riparte dai problemi, che sono tre: la sostituzione dell’attaccante piu’ tecnico, che a Catania sara’ squalificato; il problema De Ceglie, che, oltre ad aprire autostrade sulla propria fascia, ha anche sbagliato parecchi appoggi e propiziato il gol rossoblu’ sull’unica offensiva prodotta; il problema degli esterni, perche’ Krasic non ha convinto e Pepe non ha lo spunto nell’uno contro uno, mentre Giaccherini, pur prezioso, ha ancora denunciato timori da esordio. Partendo da quest’ultimo, oggi si e’ avuta la prima risposta: in allenamento sono stati provati Elia e Estigarribia, che prima o poi dovranno pur esordire. Per il ruolo di terzino l’alternativa piu’ convincente e’ spostare Chiellini a sinistra, ma il Bonucci estivo non ha offerto sufficienti garanzie di formare una coppia solida con Barzagli. La fase difensiva ancora non convince e su questo Conte insistera’. Resta lo spostamento nel ruolo di terzino di Vidal, che tutto e’ tranne quello, o il ripescaggio del trentaquattrenne Grosso, tornato in naftalina dopo la ricomparsa momentanea di Siena. Il vice Vucinic potrebbe essere Quagliarella, che non ha ancora giocato ma scalpita e ha caratteristiche tecniche simili a quelle dell’ex romanista, oppure l’intramontabile ma non in formissima Del Piero. E’ una Juve alla ricerca ossessiva dell’equilibrio: sembra aver capito come si assedia l’avversario, quale sia la strada del gioco e della convinzione nei propri mezzi. Ma prende ancora gol da fermo alla prima (e unica) occasione di avversari davvero modesti, come Parma e Bologna. E’ la Juve delle ingenuita’ (due espulsi per motivi banali negli ultimi secondi, De Ceglie e Vucinic), dei troppi gol sbagliati (due pali a portiere battuto con Parma e Bologna, delle conclusioni troppo affrettate in genere, delle alternative nei ruoli numericamente squilibrate (tante in attacco e sugli esterni di centrocampo, poche in difesa e sugli interni). Ma la cura Conte ha prodotto anche notevoli rinascite: Barzagli perfetto, Marchisio autorevole, Pepe piu’ incisivo. A parte Pirlo, sopra le righe, Lichtsteiner si conferma un ottimo acquisto e Vidal ha grandi potenzialita’ non ancora espresse, cosi’ come Vucinic, che prima di impazzire aveva mostrato scampoli di classe purissima. E’ ancora presto, ma gia’ si delinea una identita’ precisa della squadra. La mentalita’ e’ fondamentale, ma gli interpreti lo sono altrettanto: la dimostrazione e’ data dal fatto che quando riceve palla da Pirlo, qualsiasi compagno, anche il meno dotato, sembra un fuoriclasse, cui resta solo il compito finale della giocata normale per concretizzare. E’ una Juve Pirlo-dipendente? In parte si’, ma sicuramente e’ ben felice di esserlo.

 

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