La misura è colma. E il vaso dei concorsi trabocca di scandalo. Alla già foltissima pattuglia di parenti stretti di amministratori locali in corsa per un posto fisso al Comune di Cesa si aggiunge addirittura un assessore. Si tratta di Francesca D’Agostino, ammessa al concorso per istruttore direttivo amministrativo, posizione economica iniziale D1, a tempo pieno ed indeterminato. L’esponente della giunta ha presentato domanda ed è stata ammessa (foto in basso, è la numero 38). Per carità, la partecipazione al bando non è un reato ma come si fa a non comprendere che sul piano dell’opportunità politica si è superato ogni limite del ritegno perché si configura un conflitto di interessi grande come un grattacielo di 100 piani. Non sempre ciò che è legittimo e politicamente accettabile. Chi ha scelto di governare la città non può allo stesso tempo partecipare a un concorso comunale. È fuori dal mondo. Il ruolo di assessore e quello di dipendente è inconciliabile. Non a caso la legge prevede l’incandidabilità dei dipendenti comunali alle amministrative. Il lavoratore deve mettersi in aspettativa se vuole prendere parte alla contesa elettorale e non può essere in servizio in caso di elezione. È incompatibile. Ma al netto del dettato normativo il tema è squisitamente politico: un assessore che partecipa ad un concorso indetto dall’ente in cui si governa, quindi in sostanza indetto da lui stesso, è come nominare un piromane a capo dei vigili del fuoco. È una contraddizione in termini.

Enzo Guida

Ma la maggioranza capeggiata dal sindaco Pd Enzo Guida ci ha abituato a schifezze del genere. Ai concorsi pubblici al Comune di Cesa ha partecipato un nutrito gruppo di parenti di amministratori locali. C’è Erika Alma, consigliere dem ad Aversa e compagna del primo cittadino. Tra i nomi illustri c’è anche quello di Fabio Guida, fratello del sindaco. L’elenco dei parenti famosi è lungo. In corsa per il posto fisso ci sono Carlo Perfetto, marito del vicesindaco Giusy Guarino, e la figlia del consigliere di maggioranza Nicola Autiero. Insomma siamo oltre parentopoli. Siamo all’ignominioso. Alle porcate. Andatelo a spiegare ai cittadini che si può vincere un concorso senza avere santi in paradiso! Non ci si lamenti se poi l’opinione pubblica considera la politica un letamaio. Ecco, questo uno dei più gravi effetti collaterali del familismo: si crea un abisso tra cittadini e istituzioni. Tra governanti e governati. Con la conseguenza, direbbe De Gregori, “che tutti sono uguali, tutti rubano alla stessa maniera”. Egregio assessore Francesca D’Agostino, è ancora in tempo per salvare la faccia: si dimetta seduta stante. E nessuno potrà attaccarla se vincerà il concorso. Altrimenti rinunci al posto fisso e continui ad amministrare. Lo sta facendo anche bene. Ma ha commesso un errore fatale che azzera tutto. È ancora in tempo per rimediare. Dia l’esempio. Dimostri che la politica non è per forza un magna magna.

Mario De Michele

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GLI AMMESSI AL CONCORSO PER ISTRUTTORE AMMINISTRATIVO


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