Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha assolto “per non aver commesso il fatto” Ivanhoe Schiavone, 27 anni, figlio del boss dei Casalesi Francesco “Sandokan” Schiavone, il cugino Francesco Schiavone, figlio di Walter (noto per la villa in stile Scarface poi confiscata) e altri due imputati, dall’accusa di aver organizzato e gestito il racket dei gadget pubblicitari nel Casertano. Secondo la DDA di Napoli, i due “rampolli” degli Schiavone avrebbero imposto a decine di commercianti dell’agro-aversano prodotti di cartolibreria (penne e calendari) in particolare nei periodi natalizi. Con loro, erano finiti a giudizio anche Ortensio Pezzella e Giacinto Corvino. I quattro furono arrestati dai carabinieri nel maggio del 2012 insieme ad altre undici persone, tra cui Emanuele Libero, fratello di Ivanhoe, grazie anche alle dichiarazioni di alcuni pentiti, mentre dei numerosi commercianti convocati dagli inquirenti nessuno collaborò. Ivanohe, quartogenito di “Sandokan”, era iscritto alla facoltà di giurisprudenza quando fu arrestato. Il fratello Emanuele Libero ha scelto, come parte degli arrestati, il rito abbreviato ed è stato condannato. Nel corso delle indagini i carabinieri sequestrarono in un cestino dei rifiuti all’interno di una “cornetteria” di Casal di Principe una sorta di “libro mastro” delle estorsioni, con nomi di vittime e cifre per decine di migliaia di euro. Ivanohe Schiavone, assolto dall’accusa di estorsione e di associazione mafiosa per avere guidato secondo l’accusa il clan tra il 2011 e il 2012, è stato scarcerato

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