Cinque anni e nessun colpevole. Non ha ancora un nome, infatti, il killer che nella notte del 5 settembre del 2010 uccise, con nove colpi di pistola, Angelo Vassallo, allora sindaco di Pollica-Acciaroli, nel Cilento. Il primo cittadino venne ritrovato all’interno della sua auto a poche decine di metri dalla propria abitazione, in un lago di sangue. A cinque anni di distanza da quei tragici fatti, gli inquirenti della Dda di Salerno hanno però imboccato con decisione una pista, su tutte le altre: quella dello spaccio di stupefacenti nel piccolo centro della costa cilentana. Al centro delle indagini, condotte da Rosa Volpe, ora a Napoli ma all’epoca dei fatti sostituto procuratore della Procura di Salerno, vi è Bruno Humerto Damiani, detto “il brasiliano”, considerato dagli inquirenti figura chiave nel traffico di droga a Pollica. Trentadue anni, di origini sudamericane, nato in Brasile, è l’unico indagato per la morte del “sindaco-pescatore” per omicidio volontario aggravato dal metodo mafioso, per la morte di Angelo Vassallo. Lui nega con decisione, ma secondo gli inquirenti, che lo hanno interrogato ad agosto, sarebbe coinvolto nell’omicidio. Al vaglio delle indagini, i suoi rapporti con alcuni pusher di Secondigliano, nel Napoletano, e con alcuni gestori di strutture ricettive di Pollica che avrebbero favorito lo strapotere del “brasiliano” nel traffico di stupefacenti nel piccolo comune del Cilento, oltre al tentativo del “sindaco-pescatore” di interrompere questo traffico scendendo direttamente in campo e affrontando a muso duro i “galoppini” della droga. Sarebbe stato questo a decretare la condanna a morte del sindaco Vassallo. “Confido nella giustizia – spiega Dario Vassallo, fratello del sindaco e presidente della Fondazione “Angelo Vassallo Sindaco Pescatore” – Inquirenti e forze dell’ordine stanno facendo tutto quanto è possibile. Sono trascorsi cinque anni, e per il secondo anno consecutivo ricordiamo mio fratello in una località che non è campana”. La fondazione, infatti, ha deciso di ricordare la morte di Vassallo in provincia di Rieti, con la “Festa della Speranza”, a Montopoli di Sabina. “Si parlerà di speranza – prosegue Dario Vassallo – dei problemi del territorio, di inquinamento, sarà una giornata intensa e costruttiva che coinvolgerà adulti e bambini, amministratori e cittadini, rappresentanti della società civile, associazioni e gruppi provenienti da ogni parte d’Italia. E poi ci sarà l’unico superstite della strage di Capaci, Angelo Corvo.”. Poi, un momento di rammarico. “Ho saputo che a Pollica, nel giorno dell’omicidio di mio fratello, ci sarà la sagra del pesce – conclude – La trovo una scelta indegna e gravissima. Il tentativo è quello di cancellare la memoria di un vulnus. Una sagra per cancellare la memoria di un lutto collettivo. Una scelta assurda. In questo modo si sradica da una intera comunità una data che coincide con un dolore grande ed esemplare”. Nel giorno in cui, cinque anni fa, moriva Angelo Vassallo, infatti, il Comune di Pollica ha deciso di concludere la tre giorni dedicata al “pesce azzurro”. Una manifestazione nata nel lontano 1969 e che proprio Angelo Vassallo aveva rilanciato con decisione. “Le polemiche non aiutano a ricordare”, taglia corto Stefano Pisani, sindaco di Pollica.