Si indaga ancora sull’incendio improvviso della barca di Aurelio De Laurentiis nel golfo di Napoli a metà dello scorso settembre. Fiamme alte divorarono tutta l’imbarcazione. Ieri, una possibile svolta nelle indagini. La Procura ha deciso di andare a fondo: a cominciare da un sopralluogo nei locali dei Cantieri del Mediterraneo, dove qualche giorno fa sono stati assegnati degli incarichi di perizia per rispondere a una serie di quesiti. Da un lato, sul caso dell’incendio della motonave «Angra», formalmente intestata alla Filmauro, sono in corso indagini della Guardia di Finanza, coordinate da uno specialista sul piano investigativo, vale a dire il colonnello Cesare Forte, in forza al primo gruppo delle fiamme gialle: dall’altro – e non è un fatto secondario – il fascicolo sull’incendio dello yacht vedono De Laurentiis e la società di assicurazione nel ruolo di parte offesa, tanto da consentire ai due soggetti di prendere parte agli accertamenti e di nominare i propri legali. La Procura quindi chiede di «verificare le cause dell’incendio dello scorso 15 settembre, sulla motonave Angra»; «se l’incendio è stato provocato da un guasto e/o dal malfunzionamento del motore o dell’impianto elettrico»; «se i sistemi di rilevazione, di allarme e di spegnimento dell’incendio riportati, nella documentazione allegata al contratto di assicurazione (in corso di validità al momento dell’incendio), fossero realmente installati sulla nave»; e «se le manovre di spegnimento dell’incendio, da parte del personale di bordo, siano state tempestive e adeguate nell’occorso».