di Nicola Del Piano La vicenda dei due marinai italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, tutt’ora prigionieri in India, con l’accusa di aver sparato uccidendo, dalla petroliera “Enrica Lexie” battente bandiera italiana, due pescatori indiani scambiandoli per pirati, al largo dello Stato di Kerala, ruota attorno alla figura dell’immunità funzionale nell’ambito del Diritto internazionale.

Una prima notazione particolarmente interessante è che, secondo un antico principio di Diritto Internazionale, un soldato che agisce nell’esercizio delle sue funzioni, e al di fuori del territorio del proprio Stato, non ne risponde personalmente, ma la sua azione od omissione sarà imputata allo Stato di provenienza. Di conseguenza, un eventuale illecito non va imputato a tale soldato personalmente nell’ambito del Diritto penale dello Stato estero, ma allo Stato di provenienza nell’ambito del Diritto internazionale. Tale immunità è definita “funzionale” e, nel caso di specie, l’India non la sta riconoscendo all’Italia ed ai due marinai italiani. Al contrario, anche sulla base delle ultime notizie che stanno giungendo, lo Stato asiatico ha deciso di procedere attraverso un procedimento tutto interno, con norme di Diritto penale indiano.

Tornando al Diritto internazionale, la norma che prevede l’istituto dell’immunità funzionale è una norma di carattere consuetudinario, e la consuetudine, insieme agli accordi di tipo convenzionale ed agli atti unilaterali giuridicamente riconosciuti, rappresenta la fonte primaria delle norme nel Diritto internazionale. Si è, inoltre, parlato di incertezza riguardo al luogo dove è avvenuta la tragica uccisione dei due pescatori, se in acque internazionali o meno. Dal punto di vista giuridico, cambierebbe comunque poco. L’immunità funzionale, infatti, deve essere in ogni caso riconosciuta. La  prassi secolare ed antichissima che ha portato al principio di cui sopra è conclamata a tal punto da far pensare che l’atteggiamento indiano poco abbia a che fare con il Diritto e molto con la politica, in particolare con quella interna dell’India. Si sta aprendo, in tal modo, per la Repubblica dell’India la strada di un illecito internazionale, verso il quale l’Italia potrebbe adottare contromisure quali il congelamento dei trattati o il ritiro dell’ambasciatore.

 

Concludendo, quello che si vuole qui affermare non è certo l’innocenza dei due marinai italiani, ma un principio di diritto, secondo cui un’azione od omissione, commessi nell’esercizio delle proprie funzioni, devono essere giudicate nella giurisdizione dello Stato di provenienza.

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