I militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Pesaro hanno smascherato un’organizzazione criminale, che ha truffato circa un centinaio di persone del luogo, prevalentemente medici, avvocati e commercianti, per oltre 30 milioni di euro, collocando in maniera illecita prodotti assicurativi, che in realta’ nascondevano investimenti ad alto rischio finanziario, nonche’ polizze sulla vita di malati terminali americani.
I responsabili del raggiro, due promotori finanziari e un agente assicurativo, tutti marchigiani, per lucrare provvigioni corpose, erano soliti far sottoscrivere agli ignari clienti investitori (non fornendo, pertanto, complete e precise informazioni al riguardo) polizze assicurative sulla vita emesse da una societa’ inglese, attraverso un’agenzia di intermediazione svizzera, che venivano alimentate parte con capitale proprio dei suddetti clienti e parte con capitale a debito reperito a mezzo di prestiti accesi presso filiali di banche estere situate in paradisi fiscali, pari fino a quattro volte la somma di denaro inizialmente erogata. In tale maniera l’investimento perdeva la caratteristica di prodotto assicurativo e a capitale garantito, trasformandosi in un prodotto finanziario ad alto rischio, che, nel tempo e al contrario delle aspettative, ha avuto rendimenti disastrosi, causando la perdita di tutto il capitale investito, in quanto gli interessi passivi del denaro mutuato finivano col fagocitarlo. In altri casi, gli indagati hanno venduto, in spregio alla normativa italiana, prodotti assicurativi, aventi come oggetto porzioni di polizze di cittadini americani, malati terminali di cancro; il particolare macabro dell’investimento e’ che il rendimento viene calcolato sull’aspettativa di vita dell’ammalato assicurato: in pratica si scommette sulla morte altrui e cosi’ prima avviene il decesso piu’ alto e’ il rendimento. Ovviamente le societa’ estere che emettevano i prodotti in questione non erano abilitate ad effettuare alcun tipo di attivita’ assicurativa in Italia e di fatto le modalita’ adottate dai responsabili della truffa consentivano di sottrarre gli stessi e le citate societa’ da qualsiasi forma di controllo da parte degli Organismi di vigilanza italiani, soprattutto, in caso di contenzioso con la clientela. L’attivita’ investigativa si e’ conclusa con la denuncia alla Procura delle Repubblica di Pesaro dei tre persone ritenute responsabili in concorso, del reato del truffa aggravata, abusivismo finanziario e, limitatamente a due di essi, di abusivismo assicurativo e intermediazione assicurativa. In caso di condanna i tre rischiano pene fino a un massimo di cinque anni di carcere.