“Il desiderio di partecipazione civica con contributi di informazione e video documentazione su giornali e media on line non può essere mai scambiato con il lavoro professionale”. Lo sostiene la giunta esecutiva con la commissione del lavoro autonomo della Fnsi, definendo “una bella provocazione” l’iniziativa di Repubblica.it su “una sorta di reclutamento di ‘videomaker’, con annessa proposta di una propria scuola, per ‘un vero e proprio vivaio di reporter’ in grado di ‘girare autonomamente oppure in supporto dei cronisti del giornale'”.

“Ma la sfida del cambiamento, accettata con spirito aperto dal sindacato dei giornalisti – si legge in una nota – non può neanche minimamente rischiare di confondersi con una sorta di sfruttamento del desiderio civico di partecipare, o anche solo di apparire. Qualsiasi collaborazione di tipo giornalistico venga richiesta a chi ne ha competenza deve essere trattata come tale, a cominciare dall’equo compenso. La precisazione fatta nel pomeriggio da Repubblica.it che l’indicazione nella comunicazione originaria di un importo lordo di 5 euro per ciascun filmato selezionato non è una condizione applicabile in alcun modo ai video di reporter di Repubblica appare una presa d’atto che va nella direzione giusta”. “Sicuramente – prosegue la giunta della Fnsi – proprio nell’imminenza del varo definitivo della legge sull’equo compenso per i collaboratori autonomi giornalistici si tratta di ribadire la distinzione e la necessaria valorizzazione del giornalismo professionale che non può essere sostituito da quello partecipativo o gratuito, verso il quale sarebbe sommamente ingiusto caricare compiti e soprattutto riversare illusioni di successo economico. In tempi come questi, di precariato diffuso e grave anche nel giornalismo, l’attenzione sui diritti dei lavoratori e contro i compensi da fame deve rendere tutti particolarmente sensibili e coerentemente impegnati a non produrre né illusioni né nuova sotto-occupazione”.

 

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