30 novembre 2023. Una data che resterà negli annali del comune di Cesa alla voce “pagina buia”. Il civico consesso ha votato la decadenza, con i “sì” della maggioranza di centrosinistra (assente ma non assolta l’assessore Gina Migliaccio), dei consiglieri di opposizione Ernesto Ferrante, Carmine Alma, Amelia Bortone e Maria Verde. Un provvedimento, fortemente voluto dal sindaco Enzo Guida, per soffocare il dissenso. Al posto della minoranza democraticamente eletta sono subentrati il 5 dicembre esponenti “ibridi”, alcuni dei quali, come Ginotto De Angelis, fedelissimi di Giovanni Zannini, divenuto dopo gli aspri scontri del passato il nuovo amore politico del primo cittadino, solo formalmente ancora nel Pd ma di fatto nel gruppo dei Moderati del presidente della commissione regionale Ambiente. Basta leggere le dichiarazioni di voto di alcuni componenti della maggioranza, come Giusy Guarino, per capire al volo che si è trattato di una “vendetta politica” scattata per punire l’attivismo dell’opposizione.

Ernesto Ferrante

Ma c’è di più. E di peggio. Al repulisti ha partecipato anche Cesario Villano, ex pessimo assessore, dimessosi per candidarsi alle elezioni provinciali del 10 dicembre. In quale lista? Ovviamente in quella di Zannini. Senza farsi scrupoli Villano ha fatto fuori Ernesto Ferrante, suo diretto concorrente in lizza nel raggruppamento di Fratelli d’Italia. L’esponente del partito della Meloni infatti qualora eletto alla Provincia decadrebbe seduta stante alla luce della decadenza come consigliere comunale di Cesa. Il buon Villano ha preso due picconi con una fava: si è tolto dalle scatole Ferrante a livello locale e lo ha azzoppato alle elezioni provinciali (le liste sono state presentate il 20 novembre). Niente male, no? Per opportunità politica e per motivi morali avrebbe dovuto astenersi. Ma non gli è passato nemmeno per la testa. Del resto l’ex membro della giunta non è nuovo ai conflitti di interesse. Suo cugino omonimo, autoproclamatosi 13esimo candidato della lista Nuova Primavera Cesana, si è messo in saccoccia un remunerativo incarico diretto di quasi 75mila euro, assegnatoli dal responsabile del settore Lavori pubblici (stessa delega del Villano allora assessore) Piero Cappello, finito ai domiciliari con l’accusa di aver truccato due gare d’appalto quando era funzionario a Calvi Risorta. Inciso: Cappello è stato “scelto” dal sindaco Guida tramite articolo 110 del Tuel ed è approdato a Cesa, dove poi ha vinto il concorso comunale, uno di quelli tanto contestati perché si sono sistemati diversi parenti degli amministratori locali. Torniamo all’ex assessore Villano. La sua eventuale elezione alla Provincia sarebbe palesemente viziata da un doppio colpo gobbo assestato a Ferrante. Prima giocano sporco, poi la chiamano democrazia.

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